CATANIA – Notte meteorologica di tregua a Catania, dove anche stamattina il cielo è coperto, ma non piove. Nella notte è caduta poca acqua, mentre il vento continua a soffiare con una certa costanza. Ma si teme sia solo una pausa per l’ipotizzato arrivo, da domani, di un ciclone in formazione tra la Sicilia e Malta che si teme possa assumere caratteristiche tropicali diventando un uragano mediterraneo, chiamato MediCane.
“Sappiamo che questa attenuazione potrebbe durare oggi e parte di domani, ci attendiamo da giovedì-venerdì un peggioramento sensibile. L’orario non sono in grado di dirlo”, ha detto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio parlando con i giornalisti al termine della riunione tenutasi stamane nella Prefettura di Catania. “L’evento non è finito. Adesso c’è un momento che sembra di attenuazione. I nostri modelli meteo – ha spiegato Curcio – ci dicono che l’evento tornerà. Noi stiamo facendo ciò che si deve fare in questi casi. Diciamo ai cittadini di mantenere alta l’attenzione, di seguire le indicazioni delle autorità perché si aspettano in questa area delle ore che possono essere complicate. I valori parlano in maniera molto chiara. Qua sono caduti millimetri di pioggia impressionanti. Gli eventi sono stati moto puntuali. Pensiamo che quei 600 millimetri che sono stati registrati in alcuni casi siano molto chiari rispetto all’impatto che c’è stato sul territorio: eventi intensi e improvvisi su un territorio che ha mote criticità”. “Altri centri, oltre Catania, hanno avuto difficoltà analoghe. Il sistema nazionale è presente e c’è la massima attenzione – ha aggiunto Curcio -. Dobbiamo capire che i rischi ai quali siamo soggetti nelle nostre città ci possono colpire in un momento che noi viviamo come ordinarietà. Un cittadino informato è un cittadino che collabora e che conosce il rischio, e le istituzioni devono migliorare la capacità di comunicazione”.
Intanto durante la riunione del governo regionale svoltasi al Palaregione di Catania, convocata dal presidente Nello Musumeci in seduta straordinaria e urgente, è stato deliberato lo stato di emergenza regionale e chiesto al governo centrale il riconoscimento dello stato di calamità nazionale. La ricognizione dei danni – per la quale sono già stati attivati gli uffici regionali della Protezione civile, del Genio civile e degli Ispettorati agrari – sarà possibile solo dopo il cessato stato di allerta, che purtroppo potrebbe protrarsi fino a domenica. Musumeci ha anche avuto stamane un colloquio con Curcio, al quale ha evidenziato la necessità di seguire a Roma procedure assai celeri per dare le necessarie risposte al territorio e alle aziende colpite. Parlando a Rainews24 Musumeci ha chiesto “una legge speciale per la Sicilia”, con una dotazione di “almeno tre miliardi di euro”, per contrastare fenomeni naturali che provocano le frane e contro il rischio idrogeologico.
Per tutta la notte personale del Comune ha lavorato per liberare le strade e mettere in sicurezza la viabilità in città. Restano ancora criticità nella zona sud di Catania. In città centro storico devastato, la furia dell’acqua ha creato ingenti danni alla pescheria (GUARDA LE FOTO), in piazza Duomo, dissuasori divelti in via Etnea, danni anche a Palazzo dei Chierici. Nella tarda serata di ieri personale della Protezione civile regionale ha recuperato 200 persone che erano rimaste bloccate ai Maas di Catania, per partecipare a un concorso, poi sospeso, e per liberare da detriti e acqua l’ingresso dell’ospedale Garibaldi Nesima.
Il fiume Dittaino risulta nella soglia, il Simeto scorre normalmente e il torrente Sortile è stato liberato dai detriti, come emerge dal sopralluogo della Protezione civile regionale e comunale. Rimangono chiusi al traffico il lungomare della Plaia di viale Kennedy e la via San Giuseppe La Rena fino all’incrocio con la base militare di Maristaeli. Liberata la tangenziale. Rimangono alcuni dissesti in via Etnea, diverse criticità alla viabilità interna e qualche allagamento a immobili e cantinati. Tutta la notte e stamattina squadre di Organizzazioni di Volontariato, tecnici del Dipartimento e del Comune lavorano per il ripristino. Le autostrade sono percorribili, la Strada statale 114 benché sia stata riaperta presenta alcune criticità.
Rimane critica la situazione al villaggio Santa Maria Goretti, una delle zone maggiormente colpite dal naufragio. Gli abitanti hanno bloccato una delle strade d’accesso all’aeroporto per protestare contro il mancato completamento dell’intervento di pulizia del torrente Forcile che è esondato. La protesta si è conclusa dopo l’arrivo di operai del Comune che con un ‘ragno’ meccanico e altri mezzi hanno liberato un tratto del torrente.
Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato stamattina al sindaco di Catania, Salvo Pogliese, per avere informazioni sulla grave emergenza e per esprimere la sua vicinanza alla città così colpita dal maltempo. Il capo dello Stato si è informato sui danni alle cose e alle persone, garantendo il massimo sostegno con interventi rapidi ed efficaci di tutte le istituzioni per il martoriato territorio di Catania e della sua provincia. Pogliese ha ringraziato Mattarella per l’attenzione e ha espresso la condivisa preoccupazione, alla luce delle previsioni meteo, per gli scenari atmosferici che si potrebbero verificare domani e dopodomani, con altri fenomeni di particolare intensità.
E pure l’Unione europea si muove. “ll nostro pensiero va a tutte le persone colpite dalle devastanti alluvioni in Sicilia”, scrive in un tweet la Commissione, precisando che “sulla base di una richiesta di mappatura satellitare di emergenza pervenuta dall’Italia, il nostro Centro di coordinamento della risposta alle emergenze ha attivato il sistema Copernicus”. L’esecutivo comunitario aggiunge infine che “l’Unione europea è pronta a fornire assistenza”.
Il nubifragio ha già fatto registrare due vittime: un 53enne annegato ieri dopo essere sceso dall’auto a Gravina di Catania, e un 67enne, tre giorni fa a Scordia. La moglie di quest’ultimo è ancora dispersa e le ricerche ancora continuano. Tutti e tre sono stati travolti dalla furia dell’acqua in strada.