Il questore di Catania ha sospeso per trenta giorni, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, il pub Area51 in via Coppola a Catania. Il provvedimento è scaturito dal controllo svolto lo scorso 31 ottobre, alle ore 22.15 circa: in un’area interna del locale, dove era impossibile il mantenimento del distanziamento, c’era un assembramento di circa venti persone. Il titolare dell’esercizio, addetto alla somministrazione di bevande, stava dietro al banco bar senza indossare la mascherina. Inoltre, all’ingresso dell’attività mancava il cartello con l’indicazione del numero di persone che possono essere presenti contemporaneamente all’interno del locale.
Le operazioni di notifica delle violazioni sono state disturbate dalla reazione di alcuni dei soggetti presenti, tra i quali sette pluripregiudicati – come verificato successivamente da un controllo in banca dati interforze –, che sono andati in escandescenze, rendendo necessario l’intervento di quattro volanti.
Come spiegato in un comunicato della Questura di Catania, già il precedente 23 ottobre, alle ore 23.50 circa, la polizia era dovuta intervenire nello stesso locale, a seguito di numerosissime chiamate per musica ad alto volume e per assembramenti, circa un centinaio di persone, che, all’esterno del locale – nelle immediate vicinanze – bloccavano anche il transito veicolare sulla pubblica via. Si tratta del quinto provvedimento di sospensione nei confronti dello stesso locale.
I provvedimenti sono stati adottati a seguito di quanto emerso in occasione dei numerosissimi interventi delle forze dell’ordine, anche su segnalazione dei residenti del centro storico, per schiamazzi e per episodi di lite e rissa, nonché per musica ad alto volume, per violazioni della normativa sulla somministrazione di bevande alcooliche fuori dall’orario consentito dalla legge, per avere tenuto serate danzanti in assenza delle necessarie autorizzazioni e per le ripetute e continue violazioni delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica in corso.
Il titolare dell’esercizio, in particolare, in occasione di un precedente provvedimento di sospensione dell’attività, ha anche violato l’obbligo di chiusura, imposto per ragioni di pubblica sicurezza, proseguendo l’attività e consentendo la presenza di clienti all’interno dell’esercizio, apparentemente chiuso, il cui ingresso era stato consentito dal retrostante cortile condominiale. “L’esercizio, dunque, continua a essere teatro di episodi caratterizzati da particolare allarme sociale, rappresentando una situazione di oggettivo pericolo per l’ordine pubblico e per la sicurezza dei cittadini che, se ulteriormente tollerata, è con ogni probabilità suscettibile di ulteriore aggravamento” si legge in una nota della polizia di Catania.