Niente Dad se c’è un solo positivo, se sono due quarantena “selettiva” a seconda se si sia vaccinati o meno, e si resta tutti a casa se i casi sono almeno tre. Le nuove indicazioni per la gestione dei contagi in classe, redatte dall’Istituto Superiore di Sanità, ministeri della Salute e dell’Istruzione con il contributo delle Regioni, sono in discussione da un mese e dovrebbero avere il disco verde a breve, tra domani e dopodomani. Per salvaguardare il più possibile l’anno scolastico in presenza, in caso di contagi, il ricorso alla didattica a distanza verrà calibrato e si darà peso a test e tracciamento: valgono il molecolare, quello rapido, o con prelievo salivare e analisi molecolare. Andranno effettuati il prima possibile e dopo cinque giorni, oltre che al termine dell’eventuale quarantena.
Il protocollo per le quarantene, invocato da settimane, e che “finalmente vede la luce”, per il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli è un passo avanti, ma – avverte – le scuole non dovranno fare tutto da sole. Anche secondo la Cisl Scuola, il dirigente scolastico può individuare i contatti scolastici ma non può autonomamente indicare le disposizioni da intraprendere; e c’è anche il nodo privacy: non può sapere se i dipendenti o gli alunni sono vaccinati o meno e da quanto. Secondo la segretaria generale Maddalena Gissi, poi, si pone anche una questione di metodo: prima dell’ok serve una riunione del Tavolo Nazionale Permanente sulla sicurezza sul protocollo con le parti sociali. Il protocollo sarà diverso a seconda della fascia d’età degli alunni, tenuto conto che sotto 12 anni non esiste al momento vaccino, e che per i più piccoli, fino a sei anni, non è prevista nemmeno la mascherina in classe. Per questo la bozza in esame elenca la possibile casistica.
In presenza di un caso positivo, i compagni di classe faranno un test subito e uno dopo 5 giorni, nel caso di due positivi i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, i non vaccinati la quarantena; nel caso di due positivi andrà in quarantena tutta la classe. Anche per i docenti ci sarà un discrimine tra vaccinati e non, e si dovrà tenere anche contro delle misure di prevenzione adottate. Per le altre classi non sono previsti provvedimenti, salvo diversa indicazione delle Asl. Un caso ancora diverso è quello dei servizi dell’infanzia: per i più piccoli (0-6 anni) è prevista una quarantena di dieci giorni, al termine dalla quale dovranno effettuare un test.
Intanto prende corpo l’ipotesi di assegnare al personale scolastico una corsia preferenziale per la terza dose. E’ una priorità, conferma il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: “E’ stato fatto per i sanitari e come loro docenti e operatori delle scuole, in quanto lavoro in ambienti a rischio”. Se si considera un intervallo di sei mesi tra la seconda e la terza dose, i richiami da qui alle prossime tre settimane potrebbero interessare una platea potenziale di 300-350 mila docenti. Tanti erano al 21 maggio, secondo il report del governo a quella data, i lavoratori della scuola immunizzati (molti con Astrazeneca), su circa 1,4 milioni. Alla stessa data in 1.162.767 avevano fatto almeno una dose.