CATANIA – Dodici persone sono state arrestate dai carabinieri di Catania nell’ambito di un’operazione antidroga: GUARDA LE FOTO. Nei loro confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Dda che ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso. Due degli arrestati risultano appartenenti al clan Cappello Bonaccorsi.
Il gruppo, secondo l’accusa, spacciava hashish, cocaina e marijuana a Catania, nel Siracusano e a Malta. La sostanza stupefacente era importata da Albania, Olanda, Calabria e Puglia. Durante le indagini sono stati arrestati tre uomini mentre scaricavano da un’auto scatoli di cartone con il marchio di una nota casa produttrice di pasta che contenevano 242 chili di hashish. Nell’ambito delle varie fasi dell’inchiesta, denominata Alter ego, i carabinieri hanno sequestrato complessivamente droga per un valore stimato in circa 5 milioni di euro.
Le indagini hanno consentito di delineare il ruolo rivestito da figure di spicco di famiglie mafiose all’interno dello scenario criminale etneo, mettendone in luce relazioni, contatti e dinamiche riferiti al traffico di ingenti quantità di droga e al loro approvvigionamento.
L’attività investigativa trae origine da significativi arresti e sequestri, correlati fra loro, eseguiti dai carabinieri in un breve lasso di tempo nell’estate del 2018. Per esempio durante una perquisizione nell’abitazione di Santo Sicali, detto “Spaccatello”, oltre a saltare fuori più di 300.000 euro in contanti e un’agenda nella quale erano annotati nomi, pseudonimi e cifre riferite al traffico di stupefacenti (cosiddetto libro mastro), sono spuntate anche circa venti confezioni di pasta Barilla, vuote. A quel punto è stata ipotizzata la centralità di Sicali nello scacchiere del traffico di sostanze stupefacenti, in ragione della sua capacità di intrattenere simultanei contatti con affiliati a famiglie mafiose anche contrapposte.
Sicali conduceva una vita apparentemente regolare dedita alla famiglia e ai cavalli (da qui il nome dell’operazione: Alter ego); al contempo sembrava godere di una certa autonomia e riconosciuta affidabilità, conquistate “sul campo” grazie alla ritenuta capacità di trafficare grosse forniture di stupefacenti (cocaina, hashish, marijuana) tramite canali di approvvigionamento aperti in Italia e all’estero, comportandosi come un vero e proprio “broker” capace di calmierare i prezzi, assicurare profitti e assecondare rapidamente le richieste dei clienti.
Il gruppo del Villaggio Sant’Agata (che allo stato delle indagini risulta essere costituito da Antonino Battaglia, Antonino Sebastiano Battaglia, Gregorio Drago, Michele Fichera e Orazio Musumeci) era capace di immettere sul mercato – spesso con il supporto dello stesso Sicali – grandi quantitativi di droga di ogni genere, nell’ordine delle centinaia di chili, proveniente dall’Albania o dall’Olanda e destinata alle piazze catanesi di loro competenza oppure talvolta a Malta. Dalle stesse intercettazioni è emerso anche che il sodalizio sembrava garantire il mantenimento economico e l’assistenza legale ai famigliari dei sodali arrestati nel compimento delle attività illecite dell’associazione.
Infine, monitorando i movimenti di Sicali, i carabinieri sono riusciti a documentare fitti e paralleli contatti con i referenti di altre importanti piazze di spaccio site in differenti zone della città, con i quali l’indagato sembrava pianificare la compravendita di regolari e ingenti quantità di droga.
In particolare sembra che avesse intensificato i rapporti con Nicolò Zagame, il quale avrebbe ereditato dal padre la gestione della piazza di spaccio del Tondicello della Plaia. Allo stesso tempo è stato accertato che Sicali intratteneva illeciti rapporti commerciali anche con Alfio Castagna, ritenuto esponente del clan Cappello-Bonaccorsi e gestore della storica piazza di spaccio delle Salette nel cuore del quartiere di San Cristoforo.
Questi i destinatari di misura cautelare in carcere:
BATTAGLIA Antonino Sebastiano, classe 1993, (artt.73 e 74 D.P.R. 309/90);
BATTAGLIA Antonino, classe 1990, (artt. 73 e 74 D.P.R. 309/90);
CAMBRIA Salvatore, classe 1971, (art.73 D.P.R. 309/90);
CASTAGNA Alfio, classe.1987, (artt. 416 bis c.p., 73 D.P.R. 309/90 e 416bis.1 c.p.);
DISTEFANO Giovanni Agatino, classe 1981, (art.73 D.P.R. 309/90);
DRAGO Gregorio, classe 1990, (artt.73 e 74 D.P.R. 309/90);
FICHERA Michele Angelo, classe 1966, (artt.73 e 74 D.P.R. 309/90);
MUSUMECI Orazio, classe 1988, (artt.73 e 74 D.P.R. 309/90);
SICALI Santo, classe 1981, (art.73 D.P.R. 309/90, art. 416 bis. 1 c.p.);
SPAMPINATO Antonino, classe 1971, (art.73 D.P.R. 309/90);
ZAGAME Nicolò, classe 1994, (art.73 D.P.R. 309/90);
ZAGAME Rosario, classe 1972, (art. 416 bis, 73 D.P.R. 309/90, art. 416 bis.1 c.p.).