Le associazioni di volontariato della donazione di sangue hanno sempre più difficoltà a reperire medici e infermieri per le attività di raccolta sul territorio. L’allarme, per prevenire disagi nel delicato sistema sangue della regione, proviene dal quinto congresso regionale della Fidas svoltosi ad Alcamo. “La pandemia continua a impegnare numerosi operatori sanitari nella effettuazione dei tamponi, nelle Usca e nei centri vaccinali – ha spiegato il presidente regionale Fidas, Salvatore Caruso -. Si tratta di personale che è stato assunto, pur se a tempo determinato, dalle Asp e dalla aziende ospedaliere di tutta l’Isola e che prima, non essendo occupato, lavorava proprio come medico selezionatore o infermiere prelevatore, nei nostri punti di raccolta sangue”.
Ne ha preso atto il direttore del Centro Regionale Sangue, Giacomo Scalzo, presente ad Alcamo, che ha convocato il comitato tecnico scientifico del settore per trovare soluzioni al problema. Per quello che riguarda il resoconto annuale, la Fidas, presente in 6 province con dieci associazioni federate (l’ultima entrata è Mazzarino), ha registrato nel 2020, tra sangue intero e plasma, 23.635 donazioni che rappresentano l’11% della raccolta siciliana, con un calo rispetto al 2019 dell’1,41%. In controtendenza il dato di Catania dove la sezione Advs-Fidas ha avuto un aumento dell’8,02% con 1.981 donazioni (1.556 di sangue intero e 426 di plasma). Il dato interessante e che conforta molto sul piano della ripresa delle donazioni post-pandemia riguarda il primo semestre del 2021: 12.506 le unità raccolte in Sicilia (+ 3%) e Catania che aumenta addirittura del 9%.