Stanche della movida a tutte le ore, le associazioni dei residenti del centro storico scrivono al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, approfittando della sua presenza in città. “In relazione al gravissimo fenomeno della cosiddetta malamovida – si legge nella lettera – noi cittadini del centro storico di Catania, nel silenzio delle istituzioni locali – forze dell’Ordine, sindaco e prefetto – e a distanza di più di un mese dalla convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica provinciale sulla gestione della movida, non possiamo che stigmatizzare alcune questioni e sottoporle alla Sua attenzione. In quel Comitato non siamo stati invitati e lo stesso è quindi diventato un’inefficace passerella per i soggetti partecipanti; infatti, se non per qualche sporadico controllo, sempre sollecitato dai residenti, nulla è cambiato; anzi, al contrario, sono aumentati i reati contro le cose e le persone: scippi, furti, rapine, danneggiamenti che riempiono le cronache”.
“Purtroppo – aggiungono i residenti – dobbiamo sottolineare che noi catanesi ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e spesso siamo costretti a esporci personalmente, avendone la peggio, poiché siamo minacciati e spesso malmenati dai titolari dei locali. Le forze dell’ordine, soprattutto la polizia municipale che non interviene quasi mai, ci hanno lasciati soli, nonostante denunce ed esposti che presentiamo per le palesi violazioni di legge poste in essere da alcuni gestori di esercizi di somministrazione di cibo e bevande, i cosiddetti pub. Signor Ministro il fenomeno della malamovida a Catania, più che in altre città, è diventato un enorme problema di ordine pubblico: risse, spaccio, fuochi d’artificio, musica ad alto volume, assembramenti di soggetti senza mascherine (Catania è la prima città in Sicilia per numero di contagi), intralcio al traffico, violazioni al codice della strada (Ztl non rispettata, auto parcheggiate in doppia e tripla fila, moto parcheggiate sui marciapiedi), molestie al riposo dei residenti, locali che occupano senza autorizzazioni la sede stradale, dehors selvaggi, pub trasformati in discoteche, etc. etc. Temiamo, inoltre, che la malavita organizzata si sia appropriata di alcuni di questi locali per riciclare il denaro sporco. I residenti del centro storico hanno paura a uscire la sera e i catanesi si rifiutano, ormai, di frequentare il centro storico per il timore di essere coinvolti in liti con soggetti poco raccomandabili. Intere bande di ragazzi, moltissimi minori, in scooter e moto di grossa cilindrata, incentivati da esercenti che offrono da bere alcolici a pochi euro, hanno preso il possesso di quella che fu la movida catanese trasformandola nella malamovida. Le strade il giorno dopo sono un tappeto di bottiglie, spesso rotte, e di sporcizia, atteso che questi locali non si dotano di cestini di raccolta dei rifiuti”.
“Troppo tardi e male le istituzioni si sono svegliate per cercare di contenere il fenomeno – continua la nota – Da anni, noi residenti, cerchiamo di avere un confronto con le istituzioni al fine di venire coinvolti nella soluzione dei problemi che la movida crea. Si è sempre preferito privilegiare l’ascolto delle associazioni dei commercianti per ragioni di consenso politico-elettorale senza mai ascoltare e valutare le proposte dei residenti. Questa politica miope è ciò che ha creato i problemi di ordine pubblico di questi ultimi anni e che si sono scientemente ignorati. Nessun credito, quindi, i residenti possono dare a chi, al vertice delle nostre istituzioni cittadine, ha volutamente ignorato le nostre richieste di aiuto”.
“Quindi, non ci rimane che invocare il Suo aiuto affinché solleciti il sindaco, il questore, il comandante dei carabinieri e il prefetto a prendere provvedimenti immediati, seri e risolutivi. Il nostro centro storico – concludono – da manifesto della bellezza della nostra città, è diventato un luogo di degrado e malaffare, una Gomorra in salsa catanese che i cittadini e i turisti non meritano di vedere. Le sottoscritte associazioni sono però pronte a interloquire con le autorità, affinché vengano in breve tempo poste in essere iniziative di concreta e duratura riqualificazione e controllo del territorio, anche attraverso un confronto con le categorie dei commercianti per trovare un percorso comune che ridia dignità alla nostra città”.