Il 105/o Giro d’Italia prende quota (in tutti i sensi) e sempre più forma. Oggi sono state svelate le tappe di alta montagna che, se non serviranno a designare con precisione il nome del vincitore, possono fornire indicazioni probanti su chi la corsa rosa è destinata a perderla. Lo spettacolo, anche nel 2022, per la 105/a edizione, è garantito.
La carovana comincerà a procedere col naso all’insù fin dalla Sicilia, dove approderà dall’Ungheria, con la tappa da Avola al rifugio Sapienza sull’Etna: 166 km con un dislivello di 3.590 metri. Frazione nell’entroterra siciliano con arrivo in salita, attraversando le strade del Barocco siciliano e Noto, per toccare le zone di Pantalica e Vizzini, in direzione vulcano. La salita verrà approcciata da Ragalna (come nel 2018), per spostarsi poi sul versante classico di Nicolosi (come nel 2011) per gli ultimi 14 km.
Toccherà poi alla Isernia-Blockhaus (187 km), con i corridori messi a dura prova già da Isernia verso Rionero Sannitico. La corsa scollinerà a Roccaraso e quindi scalerà per due volte la cima della Maiella. Il Giro continuerà a salire con la Rivarolo Canavese-Cogne (177 km), nel tappone tipico delle Alpi occidentali, con salite molto lunghe anche se senza eccessive pendenze. Verrà costeggiata la Dora Baltea per entrare nella Vallée: il gran finale nel Parco nazionale del Gran Paradiso, che compie 100 anni. Oltre 46 degli ultimi 80 km saranno tutti in salita.
Da Salò ad Aprica saranno 200 km di pura intensità e sofferenza: tappa classica della Valtellina con una sequenza di salite alcune delle quali riscoperte dopo molti anni. Risalita la Val Camonica verrà scalato il terribile Mortirolo, dal versante di Monno (come nel 2017), per scendere a Grosio e percorrere le strade del vino Sforzato, cui è dedicata la tappa, scalando Teglio (località che dà il nome alla vallata) e quindi giungere a Aprica attraverso il Valico di Santa Cristina. La Ponte di Legno-Lavarone (165 km) è una frazione divisa in due parti, con partenza verso il Passo del Tonale, seguita da un tratto di oltre 70 km sempre sostanzialmente in discesa.
Dopo l’attraversamento dell’Adige, si scalerà la salita di Palù di Giovo (feudo dei Moser), passando dalla Valle di Mocheni per raggiungere Pergine Valsugana e il finale che da solo merita tutte le stellette di difficoltà della tappa. Dopo Pergine si scala il Passo del Vetriolo da un versante inedito e la salita del Menador con i suoi tornanti stretti e le gallerie tipiche delle strade intagliate nella roccia. Scollinato il Gpm di Monte Rovere, ecco l’arrivo. Gran chiusura con la Belluno-Marmolada (Passo Fedaia), lunga 167 km: è il classico tappone dolomitico, l’ultimo arrivo in salita. Da affrontare il Passo San Pellegrino (pendenze oltre il 15% dopo Falcade), seguito dal Pordoi (Cima Coppi 2022) e dal Passo Fedaia. Dopo 14 anni la Marmolada è di nuovo sede d’arrivo.