Oltre mille migranti recuperati da imbarcazioni in difficoltà si trovano su due navi umanitarie a sud di Lampedusa, in attesa di un porto sicuro. Mentre si lavora alla soluzione di sbarco più idonea – difficile che sia sull’isola – il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, lamenta la solitudine dell’Italia di fronte alla costante pressione migratoria dal Nordafrica: “E’ giusto che si salvino – spiega il ministro – ma è ingiusto che siamo solo noi a farlo: “non può essere un carico che deve avere soltanto il Paese di primo approdo”.
Diverso il discorso per l’afflusso ‘controllato’: oggi al Viminale è stato siglato un protocollo d’intesa con Farnesina, Cei, Sant’Egidio e varie ong per l’apertura di corridoi umanitari che porteranno in Italia 1.200 afghani fuggiti in Paesi vicini come Pakistan e Iran. Nella notte l’ultimo, drammatico, intervento di salvataggio, operato dalla Sea Eye 4 con il concorso della Rise Above (della ong Mission Lifeline).
In 400 si trovavano su un’imbarcazione a due piani di legno con lo scafo bucato alla deriva in zona Sar maltese. “Malta ha ignorato le segnalazioni di aiuto arrivate da Alarm Phone”, denuncia Sea Eye. A bordo della nave della ong tedesca si trovavano altre 400 persone soccorse nei giorni scorsi. Sono ora in 800 sulla Sea Eye 4 . Aiuti e cibo alla nave sono giunti anche dalla Ocean Viking di Sos Mediterranee, che trasporta altre 245 persone salvate in mare.