di Alberto Cigalini.
Non è un ragazzo di 20 anni. E’ una macchina. Da gol. Luca Moro non ha più bisogno di aggettivi. Per lui parlano i numeri. Semplicemente impressionanti: 16 centri già a novembre, sempre a segno da 9 giornate, quarta doppietta stagionale (più una tripletta), 7 rigori su 7 trasformati, la media di una rete ogni 56 minuti, capocannoniere incontrastato non solo del girone ma dell’intera Serie C.
Il ritorno alla vittoria del Catania dopo due sconfitte di fila porta la firma, manco a dirlo, del suo splendido centravanti, autore di un’altra prestazione di grande spessore non solo in fase realizzativa ma per movimenti con e senza palla, assist, appoggi, protezione della sfera. L’uno-due del bomber padovano vale il 2-1 sul Potenza e corona una buona prova corale che conferma le ormai note doti propositive, offre qualche segnale di crescita – da riscontrare contro avversari meglio attrezzati in avanti – in fase di non possesso e ribadisce una certa, inquietante tendenza a chiudere soffrendo, anche in una partita tenuta a lungo in controllo e archiviata con solo due conclusioni pericolose verso Sala.
Il Catania cambia modulo, ma non tradisce la propria identità. Baldini sceglie di ripartire dal secondo tempo di Taranto schierando per la prima volta dall’inizio i due attaccanti, Moro e Sipos, passando al 4-4-2 con due esterni molto offensivi come Ceccarelli e Russini e mettendo a sedere Maldonado, in panchina dopo le ultime prestazioni opache. Contro un Potenza che, a corto di opzioni nel reparto avanzato, si rifugia in un 3-5-1-1 con Ricci in appoggio all’unica punta Volpe, i rossazzurri mantengono l’iniziativa come da copione cercando di far leva su fraseggio (pur non aiutato dal campo irregolare), ampiezza e qualità dei suoi elementi più tecnici (Ceccarelli, Russini, Moro). In fase di non possesso, nota dolente da inizio stagione, la linea arretrata, protetta dal fondamentale lavoro di schermatura di Rosaia e Greco, rischia poco concedendo sino all’intervallo solo un tiro dalla distanza a Volpe e una sortita Ricci-Zagaria sventata con una doppia respinta.
Meno semplice sfondare e trovare varchi nella densità delle linee del Potenza, che non disdegna il ricorso al fallo (5 ammoniti nei primi 45′). Il Catania ci prova con Moro e Ropolo (bene Marcone in tuffo), perde l’acciaccato Russini e poco prima del riposo sblocca il punteggio su rigore, fischiato per un colpo rifilato da Marcone in uscita alta al nuovo entrato Russotto. Dal dischetto ci pensa Moro, impeccabile come sempre nello spiazzare l’estremo difensore avversario guardandolo sino all’ultimo istante.
Chiamato ad aprirsi, il Potenza denuncia il suo limitato peso offensivo e regala preziosi spazi ai rossazzurri, che potrebbero raddoppiare in apertura di ripresa, quando Moro, a suo agio anche nelle vesti di assist man, libera davanti alla porta Sipos: il croato però litiga col pallone consentendo a Marcone di fare sua la sfera in uscita bassa. Poco male, visto che dieci minuti dopo lo stesso Moro provvede al bis di persona: l’ispirato Russotto sfrutta un’apertura di Claiton, si lancia in un corridoio libero, punta Matino e tira dal limite trovando la respinta di Marcone e il tap in dello spietato bomber di casa.
Match apparentemente chiuso, che il Catania, mancato il tris con Sipos (rasoterra mancino troppo debole per superare Marcone), riapre a causa della solita sbavatura difensiva: Sepe sorprende Calapai, guadagna la linea di fondo e serve indietro l’accorrente Ricci, il cui tiro sporcato da Claiton batte Sala. Mancano 18 lunghi minuti e sul Massimino cala una cappa di ansia facilmente percepibile. Baldini corre ai ripari togliendo una punta, Sipos, per un centrocampista, Izco, e passando al 4-3-3 con l’innesto anche di Albertini, più fresco e con maggiore inclinazione alla copertura, al posto di Ceccarelli. Una conclusione di Moro murata da Coccia in area impedisce ai padroni di casa di archiviare la pratica e regala un altro finale di pura apprensione. In pieno recupero, una corta respinta di Calapai sugli sviluppi di un lancio lungo del Potenza permette a Ricci di calciare da ottima posizione ma il suo sinistro finisce alle stelle. Per una volta la doccia finale è solo quella calda degli spogliatoi.
CATANIA-POTENZA 2-1
Catania (4-4-2): Sala 6; Calapai 5, Claiton 6, Monteagudo 6.5, Ropolo 6; Ceccarelli 6.5 (32′ st Albertini 6), Rosaia 6.5, Greco 6.5 (44′ st Zanchi sv), Russini 6.5 (34′ pt Russotto 7); Moro 8, Sipos 5.5 (32′ st Izco 6). In panchina Stancampiano, Pino, Ercolani, Pinto, Cataldi, Biondi, Maldonado, Piccolo. Allenatore Baldini 7
Potenza (3-5-1-1): Marcone 5.5; Matino 5.5 (45′ st Maestrelli sv), Piana 6, Cargnelutti 5.5; Coccia 6, Zampa 6 (18′ st Zenuni 6), Zagaria 5.5 (18′ st Banegas 6), Sandri 6, Vecchi 5 (18′ st Sepe 6.5); Ricci 6.5; Volpe 5 (24′ st Sessa 5.5). In panchina Greco, Petriccione, Orazzo. Allenatore Trocini 5.5
Arbitro: Ricci di Firenze 6
Reti: 47′ pt Moro (rig), 14′ st Moro, 26′ st Ricci.
Note: spettatori 2.817 (1.034 abbonati, 1.783 spettatori muniti di biglietto). Incasso 10.948 euro. Ammoniti Cargnelutti, Zampa, Ricci, Vecchi, Marcone; Matino, Izco, Sepe, Claiton. Angoli: 5-1 per il Catania. Recupero: 3′; 4′.