“Abbiamo lavorato tutto il giorno sia internamente con Sigi sia con gli investitori giunti a Catania. Stiamo cercando di correre per pagare immediatamente gli stipendi: credo lo faremo mercoledì mattina. E’ una lotta contro il tempo, dobbiamo risolvere anche il problema legato all’iniziativa della procura. Vogliamo proseguire questa interlocuzione importante per passare il testimone quanto prima a chi meglio di noi e più di noi può gestire questa squadra”. Così il presidente del Cda, Giovanni Ferraù, a Corner su Telecolor, fa il punto sulla delicata situazione del Calcio Catania.
“L’interlocutore – annuncia Ferraù – è una società d’investimento estera che agisce nel campo dell’energetico. Il progetto è ambizioso, dobbiamo tramutarlo in fatti. Domani vorremmo firmare un accordo di programma e poi pagare gli stipendi anche con il sacrificio e l’esborso di quasi tutti i soci Sigi. La squadra va salvata e preservata nell’organico attuale. Questi investitori cercavano un investimento importante in Sicilia: mi sono stati segnalati e ci siamo incontrati a inizio ottobre, le loro esigenze sono quelle di radicarsi nel territorio. La nostra pesantissima situazione debitoria è un problema, ma nell’ottica di un investimento a lungo termine potrebbe essere superabile. Pagando gli stipendi salviamo la squadra, poi il tribunale deciderà serenamente in base a quello che noi porteremo, cioè l’accordo raggiunto, il piano di investimento e le somme versate”.
“Sigi si è fatta garante di questa operazione – aggiunge il presidente di Sigi – anche a costo di rimborsare l’investitore. E’ una chance che dobbiamo giocarci, a costo di buttare alle ortiche i 4-500 mila euro che verranno sborsati nei prossimi giorni. Sigi farà la sua parte e l’investitore altrettanto versando del denaro finalizzato al pagamento degli stipendi. Nell’ipotesi nefasta di un fallimento dopo una settimana, Sigi si farà garante nei confronti dell’investitore rimborsandolo”.
“Tra domani e mercoledì – spiega Ferraù – ridurremo drasticamente i debiti che abbiamo con alcuni fornitori, a cominciare dall’energia elettrica, e pagheremo gli stipendi così da dimostrare la voglia di andare avanti fornendo la garanzia di una continuità aziendale anche all’autorità giudiziaria. Per coprire le scadenze immediate complessivamente serviranno circa 800 mila euro. Non abbiamo toccato Torre del Grifo anche nell’ottica di rilanciarlo a beneficio del nuovo investitore. Contrariamente alla cordata Tacopina, qui si tratta di un’unica società che ha un patrimonio notevole”.