Il governo è pronto a varare nuove misure per contrastare il Covid. Domani si riunisce la cabina di regia e a seguire ci sarà il Consiglio dei ministri. Sul tavolo, tra le altre cose, l’obbligo di terza dose per i sanitari e la riduzione della validità del green pass.
Il decreto dovrebbe puntare a contenere una tendenza al rialzo: in 8 regioni sale la percentuale dei posti letto occupati nei reparti ordinari dai pazienti Covid e in 6 aumenta quella delle terapie intensive, con il Friuli Venzia Giulia che, con l’incidenza di 317 ogni 100 mila abitanti, le rianimazioni al 15% e i ricoveri al 17%, ha superato tutti i parametri che fanno scattare la zona gialla.
I tecnici di palazzo Chigi stanno scrivendo il provvedimento che si baserebbe su due binari: un super green pass per vaccinati e guariti, che potranno accedere a ristoranti, cinema, teatri, piscine, palestre, stadi, e un pass per chi ha scelto di non vaccinarsi, ottenibile con un tampone antigenico o molecolare, che consentirà di accedere solo ai luoghi di lavoro e ai servizi essenziali come supermercati e farmacie, oltre che a treni e aerei.
Una linea condivisa da quasi tutti i presidenti di Regione (alle critiche del governatore delle Marche Francesco Acquaroli si sono aggiunte quello del presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio secondo il quale “è inefficace e crea false aspettative”). Non si sono finora pronunciati i ministri leghisti e lo stesso Matteo Salvini, al termine dell’incontro con i governatori del Carroccio, ha mantenuto una posizione attendista, senza però dire no alla stretta e ribadendo il suo “secco no” al green pass per gli under 12 anni.
Per quanto riguarda l’entrata in vigore, due sono le date sul tavolo: lunedì 29 novembre, quindi lunedì prossimo, o il primo fine settimana di dicembre. In entrambi i casi, comunque, le misure sarebbero già operative per la festa dell’Immacolata, con milioni di italiani che in quei giorni si sposteranno nelle località sciistiche.
Quanto alle fasce in cui si applicherà il super green pass, l’ala più dura del governo e buona parte delle Regioni vorrebbero che scattasse fin dalla zona bianca, quindi a prescindere dalla situazione in cui si trova la regione. Altri governatori e parte del governo ritengono invece che le misure debbano scattare dalla zona gialla. Si va inoltre verso l’introduzione dell’obbligo della terza dose per i sanitari e il personale che lavora nelle residenze sanitarie assistite.
Non ci dovrebbero quindi essere almeno per il momento né l’obbligo vaccinale per altre categorie, a partire da quelle più a contatto con il pubblico (forze di polizia, dipendenti della pubblica amministrazione e professori), né una riduzione della durata dei tamponi antigenici da 48 a 24 ore e dei test molecolari da 72 a 48 ore, interventi entrambi di cui si discute da giorni nella comunità scientifica. L’obbligo della mascherina all’aperto, dovrebbe rimanere a partire dalla zona gialla.