Arriva la stretta per contrastare la nuova espansione del Covid. Il nuovo decreto è stato approvato all’unanimità: ridurrà da 9 a 6 mesi l’uso il green pass, a partire dall’1 febbraio. Previsto l’obbligo di mascherine all’aperto anche in zona bianca e ffp2 in alcuni ambiti come i trasporti a lunga percorrenza, trasporto locale, cinema e stadi. Divieto di cibi e bevande nei cinema.
Dal 30 dicembre l’accesso a musei e luoghi di cultura, piscine, palestre e sport di squadra, centri benessere e centri termali, centri culturali, sociali e ricreativi, sale gioco, sale bingo e casinò sarà consentito solo a chi ha il super green pass, dunque solo ai vaccinati e ai guariti. Dall’obbligo sono esclusi i minori di 12 anni e i soggetti esentati dalla campagna vaccinale.
Fino al 31 gennaio vietati eventi e feste che implichino assembramenti all’aperto e si prevede l’estensione dell’obbligo di green pass rafforzato alla ristorazione al chiuso anche al banco. Consumo di cibi e bevande vietato al chiuso in cinema, teatri e per eventi sportivi. Sempre fino al 31 gennaio prossimo le attività di sale da ballo e discoteche e attività similari resteranno chiuse.
Per le Rsa l’accesso è consentito con super green pass (ciclo completo più booster) o con due dosi (o una dose per i vaccini monodose) e un tampone
Il testo approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri, 10 articoli in tutto nella bozza, non prevede l’obbligo di vaccino né per i dipendenti della pubblica amministrazione né per altre categorie. Una misure che era stata sostenuta in primis dal ministro della Pa Renato Brunetta, da quello della Salute Roberto Speranza, ma anche da altre forze di maggioranza, tra cui Italia Viva. Lo stesso premier Mario Draghi sarebbe stato favorevole, visto che nella conferenza di fine anno era stato proprio lui ad aprire alla possibilità.
In Cdm però diversi ministri, quelli della Lega in particolare, hanno espresso dubbi, sia sulla praticabilità dell’obbligo sia sulle categorie da includere. La discussione sarebbe stata anche tesa ma alla fine si è deciso all’unanimità di rinviare a una successiva valutazione. Che potrebbe esserci quando, il 29 dicembre, arriveranno i risultati definitivi della ‘flash survey’ o dopo il 3 gennaio, quando è in programma la nuova indagine dell’Iss.