Con terapie intensive e ricoveri nei reparti ordinari ormai oltre la soglia e una stima di 2,5 milioni di persone in quarantena, la quarta ondata del Covid, segnata dalla rapida diffusione della variante Omicron, rischia di “paralizzare” l’Italia, con picchi che potrebbero toccare i 10 milioni di persone in isolamento, come ipotizza l’infettivologo dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. Per questo i governatori lanciano l’idea di una mini quarantena per chi ha ricevuto la terza dose del vaccino. Una proposta che a quanto pare è già arrivata sul tavolo del governo e che nei prossimi giorni sarà valutata dal Comitato Tecnico Scientifico, come ha confermato lo stesso commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, in visita oggi nell’hub vaccinale pediatrico di Torino. “La riflessione sul numero di persone in quarantena – ha detto – l’abbiamo fatta questa mattina col ministro Speranza. Gli scienziati stanno studiando con l’Istituto Superiore di Sanità”.
Secondo le prime informazioni si potrebbe arrivare a una riduzione del periodo di isolamento, esclusivamente per i contatti stretti, fino a 3-5 giorni. Al momento, infatti, la quarantena per i contatti di un positivo è di 7 giorni per i vaccinati e di 10 per chi non ha la copertura vaccinale. Tra i principali sostenitori della quarantena breve c’è il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che peraltro auspica anche l’allargamento dell’obbligo vaccinale. Quello, cioè, che potrebbe essere il prossimo step dopo la riduzione della quarantena. “Bisogna cambiare le regole al più presto prima che si blocchi un intero Paese”, dice Toti rilanciando le dichiarazioni dell’infettivologo dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. “Andiamo verso circa 100mila contagi al giorno e questo succederà credo a brevissimo – le sue parole – e allora 7-10 giorni di isolamento, quarantena, vogliono dire un milione di persone che finiranno in isolamento; considerando poi che mediamente ognuno di questi ha avuto 5, qualche volta 10 contatti, il rischio è di avere nel giro di 7-10 giorni 10 milioni di persone in isolamento, in quarantena. Non ce lo possiamo permettere”.
Al momento, infatti, per rientrare tra i “contatti stretti” basta una stretta di mano o, per esempio, la permanenza in un luogo chiuso senza la mascherina con una persona risultata poi positiva. Situazioni sempre più all’ordine del giorno, soprattutto nelle scuole italiane, come dimostra la diffusione del contagio tra i più piccoli. “Condivido la revisione delle regole della quarantena – è il parere del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – che andrebbe ridotta o tolta soprattutto per quelli che hanno la terza dose. Dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria ma al contempo non dobbiamo bloccare il Paese”. Concorde anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, secondo il quale “è ragionevole cominciare a fare una riflessione sulla quarantena per il vaccinato”.
Tra i sostenitori della mini quarantena c’è anche la Fondazione Gimbe. “Chi ha fatto il vaccino con la terza dose – sostiene il presidente, Nino Cartabellotta – è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta”. Non è escluso inoltre che l’eventuale rimodulazione del tempo di isolamento, in considerazione di una mutata situazione epidemiologica dovuta soprattutto a Omicron, possa portare anche alla revisione dei colori delle regioni, magari restringendo i provvedimenti a territori più circoscritti, come le province. A confermare le previsioni sull’impennata dei casi, fino a 100 mila al giorno, è anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che si dice d’accordo con la revisione della quarantena “ma non subito”. “Credo – dice – che sia auspicabile ma potrebbe essere anche tra 7-10 giorni, con l’anno nuovo, probabilmente prima della riapertura della scuola”, quando cioè potrebbe arrivare il parere del Cts.
Frena, invece, il consigliere scientifico del ministero, Walter Ricciardi. “Un’eventuale decisione sulle modalità di quarantena – chiarisce – si prende in base ad una modellistica precisa, ossia calcolando che impatto avrebbe sulla circolazione del virus e sul Servizio sanitario nazionale. Bisogna comportarsi di conseguenza e non sulla base delle sensazioni”. Quel che è certo, al momento, è che il governo sta prendendo in considerazione la proposta dei governatori. Ma senza una via libera degli scienziati, le idee rischiano di restare soltanto sulla carta.