NAPOLI – Era composta da due gruppi, uno italiano e l’altro albanese, quest’ultimo con diramazioni in Toscana, la banda di narcotrafficanti sgominata dalla guardia di finanza di Napoli e Salerno che oggi hanno eseguito undici misure cautelari emesse dal gip di Napoli su richiesta della Dda. Il gruppo italiano era guidato da un siciliano, Alberto Eros Amato, 45 anni, della provincia di Catania, titolare occulto di una società svizzera di trasporto merci, la Gps spa Global Aviaton Supplier, che su incarico degli albanesi curava l’importazione della droga in Italia con voli privati.
Amato, grazie ai suoi fidati complici, ha cercato, senza riuscirci, di far approdare sul territorio nazionale due grossi carichi di stupefacenti, uno addirittura da 600 kg di cocaina proveniente dal Sud America e l’altro, di hashish, anche questo cospicuo, da Casablanca, attraverso contatti con un trafficante di droga che gli indagati, nelle intercettazioni, chiamavano “il colonnello”. Amato, per questo lavoro, aveva già ricevuto dagli albanesi 520 mila euro di anticipo ma il suo arresto ha vanificato il progetto e spinto l’organizzazione a minacciare di morte la sua famiglia per farsi restituire i soldi.
La cocaina sarebbe dovuta arrivare in una ventina di valigie con un volo transcontinentale di undici ore e i bagagli, grazie alla collaborazione di un complice nello scalo di approdo, sarebbero dovuti passare indenni ai controlli. Le comunicazioni tra i due gruppi avvenivano attraverso telefoni criptati: a curare quest’aspetto era Andrea Garofalo, 33 anni, anche lui destinatario di un provvedimento cautelare. Garofalo svolgeva la funzione di raccordo tra gli elementi di massimo spessore del gruppo albanese, di cui si conoscono soli i nomi in codice – Ronaldo, Zeus o Tony – e il gruppo capeggiato da Amato.