“La vaccinazione influenzale sembra in grado di ridurre del 14% il rischio di infezione da Sars-CoV-2: lo suggerisce la metanalisi di studi osservazionali che hanno coinvolto Italia, Spagna, Israele e Stati Uniti pubblicata su “Vaccines”. Nel caso in cui avvenga il contagio, si avrà una riduzione dei sintomi e dell’infiammazione generale e un recupero più rapido, in altri termini un Covid meno grave”. Lo ha detto il presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria, Francesco Landi, in occasione del congresso nazionale che si sta tenendo a Roma.
Landi ha precisato che questo risultato “probabilmente è merito della cosiddetta trained immunity, il fenomeno per cui dopo una vaccinazione di qualsiasi tipo c’è un incremento e un’accelerazione della risposta immunitaria in caso di contatto con un altro agente patogeno. L’antinfluenzale insomma ‘allena’ il sistema immunitario e in caso di contatto con il coronavirus può ridurre le possibilità di positività da Covid grazie alla maggiore azione antivirale”.
Per i geriatri l’esito della metanalisi rafforza la raccomandazione della circolare del Ministero della Salute di aderire con fiducia alla somministrazione dei due vaccini offerti gratuitamente dal Ssn.