Caos sulla riapertura delle scuole in Sicilia. Nella riunione della task force regionale il ritorno in classe era stato fissato per domani. Alla riunione hanno partecipato, oltre all’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla, l’assessore alla Salute Ruggero Razza, i dirigenti dell’ufficio scolastico regionale, il prof. Gianni Puglisi per gli atenei dell’Isola, e una rappresentanza degli studenti.
L’assemblea dei sindaci siciliani ha però deciso di opporsi in maniera quasi unanime nel corso di una riunione tenutasi nel pomeriggio e coordinata da Anci Sicilia. Numerosi primi cittadini hanno così predisposto ordinanze di proroga della chiusura in base alle norme del testo unico degli Enti Locali. E’ il caso del primo cittadino di Catania, Salvo Pogliese: “Il numero elevatissimo di contagi, l’insufficienza di garanzie sulla sicurezza per studenti e docenti, hanno indotto i sindaci, al termine della riunione di Anci Sicilia, di emanare specifiche ordinanze per mantenere CHIUSE le scuole di ogni ordine e grado. Una decisione che muove esclusivamente dalla necessità fondamentale di tutelare la salute dei ragazzi e degli operatori della scuola”.
Un gruppo di genitori siciliani ha annunciato che impugnerà davanti all’autorità giudiziaria tutte le eventuali ordinanze sindacali che dovessero disporre la chiusura delle scuole dell’isola in quanto – spiegano – si tratta “di provvedimenti palesemente illegittimi visto che la legge autorizza lo stop alle lezioni solo nelle cosiddette rosse e previo parere dell’Asp”. Del gruppo fanno parte numerosi avvocati, giuristi, professori universitari e magistrati che si riservano di sporgere anche denuncia perché vengano valutate eventuali responsabilità penali.
L’assessore regionale Lagalla, dal canto suo, aveva spiegato che “non ci sono le condizioni giuridiche per sospendere ulteriormente le attività didattiche” riferendosi al fatto che la sospensione delle lezioni in presenza è possibile solo in zona rossa, arancione e nei casi previsti dal decreto nazionale. Condizioni necessarie ma non sufficienti per andare in Dad poiché sarebbe servito l’avallo dell’Asp.
“Anche su richiesta dell’Anci – aveva sottolineato Lagalla – che, insieme alle rappresentanze del mondo della scuola, ringraziamo per la fattiva collaborazione, l’assessorato regionale alla Salute rafforzerà ulteriormente le operazioni di campionamento e vaccinazione della popolazione scolastica, anche di quella nella fascia 5-11 anni che, ad oggi, rimane la più scoperta in termini di immunizzazione. Al contempo, in un equilibrato e previsto dosaggio di responsabilità e di pesatura delle oggettive criticità epidemiologiche, sarà possibile adottare la Dad in coincidenza con situazioni di straordinaria elevazione del rischio infettivo, sempre sulla base della conoscenza dei dati sanitari. Il rientro in presenza garantisce la riaggregazione virtuosa delle comunità scolastiche ma è nostro dovere mantenere alta l’attenzione verso l’andamento della situazione pandemica che, comunque, non trova, all’interno delle scuole, il suo maggiore punto di alimentazione, visto il rispetto delle misure di sicurezza e protezione previste, per le istituzioni educative, dalle norme nazionali e regionali”.
“Dopo un breve rinvio, ampiamente motivato da ragioni di opportunità organizzativa e sanitaria, da domani gli studenti siciliani rientreranno in classe – aveva invece dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci -. Nessuno nasconde le difficoltà operative alle quali, così come nel resto d’Italia, si potrà andare incontro anche in Sicilia, in relazione all’andamento della pandemia e alla estrema diffusività del virus che, per fortuna, si manifesta prevalentemente in forme cliniche blande o del tutto asintomatiche”.