Catania: 38 anni fa la mafia uccideva Fava

L'Assostampa: "Denunciava le collusioni nella città che negava Cosa nostra"

CATANIA – E’ il giorno del 38° anniversario della morte di Giuseppe Fava, il giornalista ucciso a Catania dalla mafia il 5 gennaio del 1984 in un agguato nei pressi del Teatro Stabile. Fava, 59 anni, direttore de “I siciliani”, “era impegnato da anni a denunciare le collusioni che legavano imprenditori, politici e mafiosi nella città in cui tutti negavano che la mafia fosse presente e in piena attività”, dice il Consiglio regionale dell’Assostampa siciliana, che lo ha ricordato ieri sera.

“Ci sono voluti dieci anni anni per accertare che fu la mafia a uccidere il giornalista – scrive il sindacato -. A lungo si cercò di far credere che si trattasse di un delitto passionale, come è accaduto anche per coprire altri omicidi di matrice mafiosa. Alla fine i processi hanno accertato che fu il capomafia Nitto Santapaola assieme ad Aldo Ercolano a ordinare di mettere a tacere Pippo Fava. Lo ha confermato definitivamente la Cassazione nel 2003”.

“Nonostante la pandemia che anche quest’anno ha impedito le iniziative pubbliche – dice Filippo Romeo, presidente sezione Unci di Catania -, ricordare Pippo Fava nel giorno della sua uccisione rimane un momento significativo per chi crede nella vera lotta alla mafia. Fare memoria di chi ha dato la propria vita per difendere la legalità e si è battuto contro la criminalità organizzata, serve a far vivere ancora i suoi principi. Fava resta un esempio per tanti giornalisti che, tra mille difficoltà, attacchi e minacce, continuano denunciare e a raccontare quanto di marcio, purtroppo, continua a persistere in questa terra. Ma il 5 gennaio è una data simbolo anche per la società civile e per l’intera città di Catania”. 

La storia di Pippo Fava e la ricostruzione del lungo iter processuale per accertare le responsabilità della sua morte si possono leggere sul sito di Ossigeno “Cercavano la verità” (giornalistiuccisi.it), dedicato ai trenta giornalisti uccisi da mafie e terrorismo.

 

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