Osservati nel cuore della Via Lattea enigmatici filamenti: sono un migliaio, sono lunghi fino a 150 anni luce e potrebbero essere dovuti ai campi magnetici generati dal buco nero al centro della galassia. A osservarli per la prima volta in dettaglio è la potente rete di radiotelescopi MeerKAT, i cui dati sono stati analizzati nella ricerca coordinata dall’università americana Northwestern e dall’Osservatorio di Città del Capo, in Sud Africa.
I dati sono in via di pubblicazione su The Astrophysical Journal. I filamenti scoperti adesso sono, secondo i ricercatori, le tracce dovute ai campi magnetici prodotti dal nucleo galattico dove è presente anche un grande buco nero supermassiccio, qualcosa di analogo alle linee di campo magnetico visibili quando si pone della polvere di ferro vicino a una calamita.
“Le nuove immagini del centro della galassia raccolte da MeerKAT sono straordinarie e permettono per la prima volta di osservare con dettaglio senza precedenti questi filamenti, visibili come delle pennellate, che reputiamo essere le tracce dei campi magnetici prodotti nel nucleo galattico”, dice la radioastronoma Grazia Umana, dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) a Catania.
Il centro della nostra galassia è una regione avvolta da innumerevoli grandi nubi di polveri e particelle e, proprio per queste caratteristiche, è particolarmente difficile da studiare e osservare. Uno dei pochi metodi di indagine è l’osservazione delle onde radio, lunghezze d’onda che più facilmente riescono a penetrare attraverso le polveri interstellari. “Con MeerKAT, entrato in piena operatività da pochi mesi ,abbiamo per la prima volta uno strumento potentissimo per osservare il centro galattico”, ha detto ancora la ricercatrice. “Queste immagini lo dimostrano chiaramente e tante altre scoperte interessantissime stanno per essere pubblicate nei prossimi mesi”.
MeerKAT è una rete costituita da 64 parabole dal diametro di 13,5 metri, si trova nel deserto sudafricano del Karoo ed è pensata come apripista del futuro radiotelescopio Ska (Square kilometre array). Nei prossimi anni si prevede la versione potenziata, chiamata MeerKAT+, alla quale partecipa anche l’Italia, con l’Inaf.