L’irrigidimento delle restrizioni per i non vaccinati “non ha nulla a che vedere con il contrasto all’epidemia”, ma “si sostanzia in una discriminazione in violazione della Costituzione”. La Commissione Dubbio e precauzione (Dupre), il cui portavoce è Carlo Freccero e che vede tra i promotori Giorgio Agamben, Massimo Cacciari e Ugo Mattei, torna a criticare le politiche del governo per il contenimento della pandemia. E in un documento di cinque pagine lo accusa di adottare “misure inaccettabili in un sistema democratico”, invitando i cittadini “a porre un freno alla quotidiana violazione di diritti fondamentali”.
“In assenza dei presupposti giuridici, prima e più che medici, per adottare un obbligo generalizzato di vaccinazione – sostiene la commissione – la decisione di sottoporvisi o meno resta libera formalmente, ma in assenza di vaccino non si può liberamente decidere, per esempio, di uscire dal Paese, o addirittura dalla propria regione, fino al paradosso di non poter lasciare le isole o un quartiere di Venezia. Ciò provoca uno stato di detenzione a tutti gli effetti e una nuova inaccettabile forma discriminatoria anche di censo: solo chi ha la capacità economica di accedere a forme private di mobilità può infatti evitare di usare il trasporto pubblico”.
“Ancora più grave è il caso di coloro che non hanno sostegno per esserne stati privati dal governo stesso, che li ha sanzionati con la sospensione dello stipendio per avere deciso, come pur potevano, di non aderire a una trattamento sanitario non obbligatorio”, prosegue il documento della commissione.
“Si revochi la misura del green pass, destituita di fondamento scientifico tanto da essere stato adottato solo dall’Italia e, con alcune differenze, da pochi altri Paesi” e “si smetta il bombardamento terroristico ottenuto snocciolando giornalmente i dati sull’incidenza: la modalità della comunicazione va interamente rivista, improntandola a sobrietà e correttezza”, chiede Dupre.
“Inoltre bisogna destinare ben altre risorse alla sanità, magari risparmiando sui tamponi, per rafforzare la rete delle terapie intensive e dei reparti ospedalieri e autorizzare i medici a gestire con autorevolezza le prime fasi della malattia adottando le misure più adeguate per ogni singolo caso”.
Il documento della commissione auspica inoltre la convocazione di “un meeting scientifico aperto ai contributi dei principali esperti delle nostre università per valutare le scelte in materia di vaccino”. E invita infine a valutare “con più attenzione al principio di precauzione le misure e gli obblighi da imporre ai minori, la cui salute va tutelata anche e soprattutto da ricadute e pericoli futuri della sperimentazione sanitaria presente”.