La guardia di finanza di Agrigento ha arrestato tre persone, un ragioniere di Agrigento e due cittadini senegalesi, stabilmente residenti ad Agrigento. Una quarta persona, un imprenditore, anche lui agrigentino, è stato invece sottoposto agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. L’accusa è di associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Si ritiene che i quattro si siano associati per favorire la permanenza illegale sul territorio nazionale di extracomunitari richiedenti il permesso di soggiorno, fornendogli documenti contabili e fiscali falsi (quali bilanci d’esercizio, dichiarazioni fiscali, scontrini e fatture per acquisto merce), mediante la predisposizione di contratti di locazione o dichiarazioni di ospitalità non rispondenti alla reale situazione alloggiativa dello straniero. Il tutto allo scopo di dimostrare il possesso dei requisiti richiesti dalla legge sugli stranieri per il conseguimento del permesso di soggiorno quale lavoratore autonomo (commerciante).
Il ragioniere, titolare di uno studio professionale di consulenza contabile e fiscale e responsabile di alcuni noti patronati di Agrigento, sarebbe stato il capo e promotore dell’associazione a delinquere. Avrebbe predisposto le dichiarazioni fiscali e i bilanci d’esercizio delle ditte individuali degli stranieri richiedenti permesso di soggiorno con dati non veritieri, impartendo loro direttive e indicazioni sulle modalità di compilazione delle ricevute e degli scontrini fiscali e delle fatture d’acquisto, per farli coincidere con i dati relativi ai costi d’acquisto e ai ricavi di vendita riportati nei bilanci e nelle dichiarazioni fiscali falsi. Sempre il professionista avrebbe indicato ai cittadini extracomunitari i nominativi dei soggetti compiacenti disponibili a rilasciare loro fatture false per operazioni inesistenti.
Agli stranieri si contesta il ruolo di intermediari tra il ragioniere e gli extracomunitari della comunità senegalese di Agrigento e provincia, nei confronti dei quali i due avrebbero veicolato le direttive del professionista. Uno degli stranieri arrestati si sarebbe anche offerto di sottoscrivere fittizi contratti di locazione con diversi soggetti stranieri.
All’imprenditore, infine, viene contestato di essersi prestato a emettere, dietro indicazione del ragioniere, fatture false in favore di più soggetti stranieri, per supportare le voci per costi d’acquisto riportate nei bilanci e delle dichiarazioni fiscali da presentare a corredo dell’istanza di permesso di soggiorno per lavoro autonomo.
Durante le indagini sono state esaminate e ritenute sospette trentasei istanze di permesso di soggiorno corredate dalla documentazione contabile asseverata dal professionista, per sette delle quali il gip ha valutato un grave quadro indiziario. Nel corso dell’operazione, denominata “Illegal stay”, sono state eseguite diverse perquisizioni in abitazioni e studi di consulenza. Sono stati notificati avvisi di garanzia nei confronti di altre quattro persone indagate, per adesso a piede libero.