Sono 16.095 i terremoti localizzati sul territorio italiano e nelle zone limitrofe dalla Rete sismica nazionale nel corso del 2021: una media di 44 terremoti al giorno, ovvero un evento ogni mezz’ora, con Sicilia, Umbria e Marche tra le regioni più colpite. A tracciare il bilancio è l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
Il terremoto più forte è avvenuto in Sicilia, a Motta Sant’Anastasia, il 23 dicembre, all’interno di uno sciame sismico con oltre 50 eventi nel giro di tre giorni ed è stato caratterizzato da una magnitudo 4.3. Il più piccolo, invece, è stato registrato vicino Gubbio il 13 agosto 2021 con una magnitudo che in questo caso è stata 0.0 (giacché la scala Richter può avere anche valori negativi), localizzato in un’area d’Italia dove la sensibilità della rete è massima.
Il numero dei terremoti localizzati in Italia nel 2021 è di poco inferiore a quello del 2020 (16.597) e si mantiene stabile dal 2019 (16.584). Numeri inferiori a quelli registrati negli anni 2016-2017-2018, caratterizzati dalla sequenza sismica in Italia centrale. “Anche nel 2021 si è confermato il trend degli ultimi tre anni, con i terremoti più forti localizzati al di fuori del territorio italiano – afferma Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv -. Gli eventi sismici che hanno fatto registrare una magnitudo pari o superiore a 5.0 sono avvenuti in Algeria, in Croazia e nel Mare Adriatico, anche se alcuni di essi hanno avuto un risentimento anche nel territorio italiano”.
“Il primo terremoto italiano del 2021 si è verificato nel modenese, a Pavullo nel Frignano, 1 ora e 3 minuti dopo l’inizio del nuovo anno. L’ultimo, invece, lo abbiamo localizzato a Sefro, in provincia di Macerata, a meno di mezz’ora dalla mezzanotte: entrambi hanno fatto registrare una magnitudo inferiore a 2.5”, spiega Maurizio Pignone, geologo dell’Ingv.
“La Sardegna si conferma la regione con il minor numero di terremoti, mentre la Sicilia ha avuto oltre 80 eventi di magnitudo pari o superiore a 2.5, più di tutte le altre regioni. Se, però, contassimo anche i terremoti molto piccoli, il primato sarebbe condizionato dalla densità della rete sismica e “vincerebbero” Marche e Umbria con rispettivamente circa 3.000 e 5.000 eventi”.