“Sembra che il rischio di guerra nell’area Osce sia oggi maggiore come mai negli ultimi 30 anni”. E’ l’allarme lanciato a Vienna dal ministro Zbigniew Rau, nel suo discorso d’inaugurazione della presidenza polacca dell’Osce.
L’eventuale introduzione di sanzioni Usa contro il presidente russo Putin per la crisi in Ucraina sarebbe “una misura oltre ogni limite, paragonabile alla rottura delle relazioni”, ha detto il suo portavoce.
Negli Stati Uniti è duello al Senato tra due progetti di legge che prevedono sanzioni contro la Russia. Il primo, sponsorizzato dal senatore repubblicano Ted Cruz, mira ad introdurre subito sanzioni contro il gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2. Il secondo, promosso dal senatore dem Bob Menendez e appoggiato dalla Casa Bianca, prevede un ampio spettro di sanzioni – anche contro Vladimir Putin e il suo inner circle secondo il Wall Street Journal – ma solo nel caso in cui Mosca invada l’Ucraina.
L’amministrazione Biden sta premendo sui senatori dem incerti, per evitare che votino il provvedimento repubblicano, riducendo così la leva di pressione sul Cremlino e aumentando la tensione già alta. Anche la legge targata dem prevede sanzioni contro il Nord Stream 2 (le stesse che erano stato sospese per non compromettere i rapporti con Berlino), oltre al blocco dei servizi di messaggistica finanziaria in Russia (come lo Swift) e al divieto di transazioni legate al debito sovrano russo. Il provvedimento autorizza anche altri 500 milioni di aiuti militari e il trasferimento immediato di armi ed equipaggiamento militare a Kiev, sempre in caso di aggressione russa.