“Azzero la giunta, faremo un esecutivo che dovrà portarci all’ultimo giorno. Parlerò con i rappresentanti dei partiti, chiederò di darmi una rosa di assessori, alcuni saranno confermati. Qualcuno ha scritto ‘Musumeci si dimette e molla’: ci vogliono ben altri ostacoli, non saranno alcuni atti di viltà politica a condizionare le mie scelte. Musumeci non lascia, raddoppia, rilancia, perché Musumeci sa di avere dalla sua parte la stragrande maggioranza del popolo siciliano al di là dei partiti”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, in diretta Fb, dopo la seduta ad alta tensione all’Ars per la votazione dei tre delegati della Sicilia che parteciperanno alle elezioni per il prossimo presidente della Repubblica.
Il governatore ha parlato del voto di questo pomeriggio per i grandi elettori del capo dello Stato. “E’ accaduto che al presidente della Regione sono mancati 7-8 voti circa, sono stato eletto lo stesso ma il dato è politico. Perché mancano nella maggioranza questi voti col voto segreto? Perché alcuni deputati hanno pensato di compiere nei miei confronti, come si dice nel linguaggio giudiziario, un atto d’intimidazione, si tratta di una sorta di resa dei conti dal loro punto di vista”. Musumeci dunque ha aggiunto: “Sono deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili e ho dovuto dire di no o di di deputati che per una questione di igiene non ho voluto avere rapporti in questi anni”. “Possono pensare che questi 7 scappati di casa che un presidente che non è stato condizionato dalla mafia può essere condizionato da loro? – ha proseguito – Possono mai pensare di esercitare su questo governo qualunque tipo di richiesta trasversale mandando messaggi che appartengono al peggiore dei linguaggi della comunicazione? Sciagurati. Ho provato tanta amarezza. Sono convinto che bisogna abbandonarli per strada questi disertori, ricattatori che operano con la complicità del voto segreto. Io ho le mani libere. Restiamo a lavorare e restiamo a lavorare proprio perchè non voglio sopravvivere nel palazzo ma perché ho un rapporto con la gente”.
Per la Sicilia sono eletti Gianfranco Miccichè di Forza Italia, Nunzio Di Paola del M5s e Nello Musumeci (Db), giunto terzo. I votanti sono stati 67, tre i deputati (tutti del centrodestra) in congedo, nello specifico (sulla carta) 43 della maggioranza e 24 dell’opposizione. Il più votato è stato Miccichè, 44 preferenze. A seguire Nunzio Di Paola (32), che ha ricevuto più voti rispetto al numero dei parlamentari dell’opposizione che ieri avevano concordato di convergere sul capogruppo pentastellato. Il governatore Musumeci è giunto terzo con 29 voti, “tradito” dunque da alcuni franchi tiratori della maggioranza, avendo avuto meno preferenze rispetto al numero complessivo degli onorevoli di centrodestra.
Il governatore voleva comunicare le proprie dimissioni, secondo quanto riferito da alcune fonti a lui molto vicine, direttamente al Parlamento e aveva chiesto la parola ma il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha risposto che doveva chiudere la seduta, dedicata alla votazione dei grandi elettori del Capo dello Stato, e che gli avrebbe dato la possibilità di parlare riaprendo 5 minuti dopo i lavori parlamentari, che avevano all’ordine del giorno l’esercizio provvisorio. E invece i lavori non sono più ripresi. Per un’ora circa, Musumeci è rimasto in aula in attesa, mentre Miccichè s’è chiuso nella sua stanza, dove c’è stato un via vai di assessori ed esponenti della maggioranza. Un modo per prendere tempo e raffreddare gli animi accesissimi di Musumeci e dei suoi, che hanno ritenuto gravissimo lo strappo di un pezzo di centrodestra con i franchi tiratori che hanno tradito il governatore, che non solo ha ricevuto 15 voti in meno di Miccichè come grande elettore, ma è arrivato persino alle spalle di Nunzio Di Paola del M5s, che oltre ai voti del suo gruppo e del Pd ha avuto anche quelli dei falchi del centrodestra. Alla fine aula rinviata alla prossima settimana, i nervi rimangono però tesissimi.
Ogni deputato ha espresso due preferenze, molti i voti singoli a Miccichè e Di Paola. Hanno ricevuto un voto i deputati: Giuseppe Lupo (Pd), Anthony Barbagallo (Pd), Antonello Cracolici (Pd), Nello Dipasquale (Pd), Michele Catanzaro (Pd), Baldo Gucciardi (Pd), Giuseppe Arancio (Pd), Claudio Fava (Centopassi), Michele Mancuso (Fi), Riccardo Gallo (Fi), Eleonora Lo Curto (Udc).