Obbligo vaccini, Cga Sicilia indaga su legittimità

Inviati quesiti al ministero dopo ricorso di studente escluso da università

Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana chiede a un collegio composto dal segretario generale del ministero della Salute, dal presidente del Consiglio superiore della sanità operante presso il ministero della Salute e dal direttore della Direzione generale di prevenzione sanitaria la “verifica della non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale”.

Diversi i quesiti: modalità di valutazione di rischi e benefici operata, a livello generale, nel piano vaccinale e, a livello individuale, da parte del medico vaccinatore, anche sulla basa dell’anamnesi pre-vaccinale; se vengano consigliati all’utenza test pre-vaccinali, anche di carattere genetico (considerato che il corredo genetico individuale può influire sulla risposta immunitaria indotta dalla somministrazione del vaccino); chiarimenti sugli studi ed evidenze scientifiche (anche eventualmente emerse nel corso della campagna vaccinale) sulla base dei quali venga disposta la vaccinazione a soggetti già contagiati dal virus; le modalità di raccolta del consenso informato. 

Il collegio incaricato dell’istruttoria dovrà inoltrare una dettagliata relazione, alla quale dovranno essere allegati i documenti di riferimento, entro il 28 febbraio. Il Cga ha disposto, nell’ordinanza pubblicata ieri che “l’Organo incaricato dell’istruttoria dovrà intervenire, nella sua completezza o con delega a uno solo dei componenti, all’udienza camerale del 16 marzo, alle ore 9. Il Cga sta valutando l’appello, proposto da un tirocinante, iscritto al terzo anno del corso di laurea d’Infermieristica, non ammesso al corso formativo in strutture sanitarie perché non si è sottoposto al vaccino per il Covid, contro l’università di Palermo per la riforma dell’ordinanza cautelare del Tar.

In sostanza il Cga, fermo restando la possibilità di obbligo vaccinale per tutelare la salute di tutti, chiede di saper come il cittadino venga seguito prima e dopo il vaccino anti Covid. Il Cga per la Sicilia scrive che “ai fini della valutazione della non manifesta infondatezza della questione di costituzionalità, occorre verificare se l’obbligo vaccinale per il Covid 19 soddisfi le condizioni dettate dalla Corte costituzionale (cita la sentenza 22 giugno 1990, n. 307, che riguardava il vaccino antipolio) in tema di compressione della libertà di autodeterminazione sanitaria dei cittadini, ossia non nocività dell’inoculazione per il singolo paziente e beneficio per la salute pubblica, ed in particolare: che il trattamento «non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato», ferma restando la tollerabilità di effetti collaterali di modeste entità e durata; che sia assicurata “la comunicazione alla persona che vi è assoggettata, o alle persone che sono tenute a prendere decisioni per essa e/o ad assisterla, di adeguate notizie circa i rischi di lesione (…), nonché delle particolari precauzioni, che, sempre allo stato delle conoscenze scientifiche, siano rispettivamente verificabili e adottabili”; che la discrezionalità del legislatore sia esercitata alla luce delle acquisizioni, sempre in evoluzione, della ricerca medica e quindi che la scelta vaccinale possa essere rivalutata e riconsiderata, nella prospettiva di valorizzazione della dinamica evolutiva propria delle conoscenze medico-scientifiche che debbono sorreggere le scelte normative in campo sanitario (sentenza n. 5/2018); che sia stata seguita la “raccomandazione” della Corte (decisione n.258/1994) secondo la quale il legislatore dovrebbe individuare e prescrivere “gli accertamenti preventivi idonei a prevedere ed a prevenire i possibili rischi di complicanze”.

Il Cga chiede di conoscere “l’articolazione del sistema di monitoraggio, che dovrebbe consentire alle istituzioni sanitarie nazionali, in casi di pericolo per la salute pubblica a causa di effetti avversi, la sospensione dell’applicazione dell’obbligo vaccinale; chiarimenti sui dati relativi ai rischi ed eventi avversi raccolti nel corso dell’attuale campagna di somministrazione e sulla elaborazione statistica degli stessi (in particolare, quali criteri siano stati fissati, e ad opera di quali soggetti/istituzioni, per raccogliere i dati su efficacia dei vaccini ed eventi avversi. La relazione dovrà chiarire anche “se ai medici di base siano state fornite direttive prescrivendo loro di contattare i propri assistiti ai quali, eventualmente, suggerire test pre-vaccinali”. Alla camera di consiglio hanno partecipato anche i consiglieri Raffaele Prosperi, Giovanni Ardizzone ed Antonino Caleca.

 

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