Le infezioni da variante omicron “sono più lievi, per questo si dice che il virus si stia ‘raffreddorizzando’, sta iniziando il suo adattamento all’uomo e quindi sta diventando un normale coronavirus. Potrebbe volerci molto tempo o magari basterà quest’anno per completare l’adattamento, dipenderà molto dalla pressione che noi faremo, tra mascherine e vaccino”. Così Massimo Ciccozzi, direttore dell’unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma.
Queste due pressioni, ha spiegato, “faranno sempre di più in modo che il virus andando avanti si endemizzi e diventi sempre di più un nostro normale compagno di viaggio, un coronavirus normale che ci darà un po’ di raffreddore, un po’ di mal di gola, una febbricola. Non riusciremo a eradicarlo come la Sars, che fece un altro spillover e sparì”.
La variante omicron, ha sottolineato, “è estremamente contagiosa, ha una contagiosità molto vicina a quella del morbillo. Abbiamo delle percentuali di prevalenza molto alte dalla omicron, anche se la delta ancora c’è e alcune infezioni sono ancora legate alla vecchia variante”. Omicron, ha quindi precisato l’esperto, “attacca la gola più che i polmoni. Questa è un’ottima notizia. C’è uno studio recente, fatto su cellule e quindi valido, che evidenzia come la crescita delle cellule nelle prime vie respiratorie sia molto imponente, al contrario di quanto avviene invece nei polmoni. Quindi si ferma nella prima via respiratoria, ecco perché uno dei sintomi è il mal di gola”.
Per quanto riguarda la corsa al tampone personalizzato “è inutile”, afferma Ciccozzi. I tamponi rapidi, spiega, “funzionano nel momento in cui voglio fare uno screening. Se ho una comunità chiusa come la scuola faccio i tamponi rapidi e subito, nell’arco di pochissimo tempo, vedo com’è la situazione. La stessa cosa in aeroporto. Se io però vado a fare il tampone singolarmente, perché devo andare ad una festa è assolutamente inutile perché c’è un 30-40% di falsi negativi. Quindi rischiamo che se facciamo un tampone rapido che risulta falso negativo, io vado a quella festa da positivo e rischio di contagiare. Questa corsa al tampone personalizzato non ha alcun senso. Se una persona ha i sintomi deve fare un tampone molecolare, ma devono esserci i sintomi”.
Riferendosi poi al possibile obbligo di super green pass in tutti i luoghi di lavoro, “la cosa migliore per il nostro Paese sarebbe che le persone prendessero coscienza dei dati di fatto, cioè che l’80% delle persone che vanno in terapia intensiva sono non vaccinate e che quasi tutte quelle che muoiono sono non vaccinate, 1+1 fa due. A me la parola obbligo non piace, ogni persona dovrebbe avere libero arbitrio, però chiaramente se il governo vede una situazione di pericolo nell’ambito della salute pubblica generale, prenderà la decisioni che deve. A me piacerebbe più che ci fosse una presa di coscienza delle persone”.