Sono sette le proposte contenute nel documento inviato oggi dalle Regioni al Governo per chiedere “un aggiornamento della strategia di contrasto, tenuto conto dell’elevato tasso di vaccinazione che ha raggiunto percentuali ormai significative per la gran parte della popolazione e numeri incoraggianti per la popolazione pediatrica”.
L’aggiornamento, scrivono i governatori, è “necessario per avviare un percorso di normalizzazione della vita dei cittadini e dell’intero Paese, conferendo fiducia a chi ha condiviso le scelte che la Repubblica italiana, nel suo insieme, ha posto in campo nel corso di questi due difficili anni, tenendo in dovuta considerazione ogni misura utile per il contrasto alla pandemia”.
Le Regioni ritengono, oggi, “assolutamente necessario procedere a una semplificazione delle regole, basandole non più sulla suddivisione per zone di rischio ma concentrando esclusivamente l’attenzione sui cittadini, in relazione al completamento del ciclo vaccinale”. Ecco le proposte:
– superamento del sistema a colori delle zone di rischio;
– revisione delle misure inerenti la sorveglianza sanitaria, suddividendo tra i casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia correlata;
– sospensione del contact tracing nell’attuale contesto epidemiologico di elevata incidenza per la variante omicron, al fine di concentrare energie e risorse per un più efficace contrasto al virus;
– aggiornamento delle misure di isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali con la proposta di riduzione dei giorni di isolamento (pari a 3 giorni dall’inizio dei sintomi e ulteriori 3 giorni obbligo mascherina FFP2, favorendo l’autosorveglianza);
– revisione e superamento dell’attuale sistema di sorveglianza nelle scuole, procedendo alla sospensione della didattica in presenza solo per i soggetti sintomatici; sospensione del contact tracing e mantenimento dell’autosorveglianza;
– revisione della classificazione dei ricoveri Covid, tenuto conto che al momento tutti i pazienti ricoverati, anche per altre patologie, se positivi, vengono conteggiati come ricoverati per le conseguenze da Covid;
– revisione della disciplina vigente che garantisca le modalità di riconoscimento della Certificazione verde rilasciata da un Paese dell’Unione europea in corso di validità; in via transitoria, consentire l’utilizzo della Certificazione verde da Paesi esteri con una durata maggiore rispetto a quella vigente in Italia, prevedendo l’effettuazione di tamponi.