Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi metropolitana di Catania presentata per raggiunti limiti di età da monsignor Salvatore Gristina. Il papa ha quindi nominato arcivescovo Luigi Renna, trasferendolo dalla sede vescovile di Cerignola-Ascoli Satriano (Foggia). L’annuncio ufficializzato oggi in cattedrale di Catania.
All’interno della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Renna, nato il 23 gennaio 1966 a Corato (Bari), è presidente della Commissione per i problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace.
Il sito dell’arcidiocesi di Catania ha pubblicato un lungo “primo saluto alla Chiesa” etnea del neo arcivescovo metropolita Luigi Renna: “Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa che è in Catania – scrive monsignor Renna – pur non conoscendo ancora i vostri volti, fiducioso nel Signore che ci fa camminare alla Luce del Suo Vangelo, mi rivolgo a voi già chiamandovi fratelli e sorelle. Non si sentano esclusi da questo saluto coloro che non hanno la nostra stessa fede in Gesù Cristo o appartengono ad altre Chiese: li sento compagni di cammino, e sono desideroso di cercare sempre ciò che mi unisce a loro”.
“Il mio primo affettuoso saluto – aggiunge – va a te, caro fratello Arcivescovo Salvatore: ti ho sentito telefonicamente in un mattino carico di Luce, il giorno dell’Epifania, e hai subito messo a suo agio questo giovane pastore che chiama per la prima volta un suo fratello maggiore. Cara Eccellenza, caro don Salvatore, ci attende un cammino di comunione che sarà il più bell’annuncio di quello che è capace di “fare” il Vangelo nella vita degli uomini!”.
“Non sono mai stato a Catania – sottolinea l’arcivescovo metropolita – e mi sento come Abramo che lascia la sua terra per andare verso un luogo totalmente inesplorato – tranne che per le tante letture degli scrittori siciliani che mi hanno affascinato fin dagli anni del liceo – nel quale il Signore lo precede e gli prepara il cammino con un popolo di fratelli e sorelle”.
Monsignor Renna rivolge diversi saluti nella sua lunga missiva, e uno “caro a ciascuno” di coloro che sono “considerati ultimi” secondo logiche umane, ma che nel Regno di Dio che avanza lentamente nella storia siete i primi: voi poveri, voi uomini e donne che approdate dall’Africa sulle coste della Sicilia, voi che siete in carcere, soprattutto se siete giovani che si sono visti rubare il tesoro della loro età; voi anziani che forse vi sentite ai margini in un mondo così frenetico”.
“Un pensiero fraterno – aggiunge ancora – a chi ha perso una persona cara per Covid: vi sento molto vicini per aver vissuto la stessa esperienza di un distacco in cui non abbiamo potuto regalarci gesti di affetto: la fede vi sostenga! C’è spazio per ciascuno di voi nella mia “sarcina” di vescovo!”.
“E’ un bel tempo questo per essere cristiani – afferma monsignor Renna – nonostante le sofferenze della pandemia, i lutti e gli sconvolgimenti che tutti abbiamo vissuto e che continuano, stiamo sperimentando la bellezza di camminare insieme: papa Francesco, a cui va il mio grazie per la fiducia ancora una volta accordatami, ci indica una strada che vogliamo continuare a percorrere, quella di chi si sente fratello di tutti, sulla stessa barca agitata dai marosi, e che vive la stagione stupenda del cammino sinodale, impegno primario nei prossimi anni. Sia questo saluto rivolto a tutti il mio primo segno di affetto e di sinodalità. Maria Madre della Chiesa e san Giuseppe, la martire Agata con la sua testimonianza che ci sollecita a scoprire come essere testimoni nel nostro tempo, ci accompagnino con la loro intercessione: vi sto affidando da tempo a loro e voi fate altrettanto per me. Lo Spirito Santo ci guida e ci precede, per costruire e abitare con i fratelli tende ospitali e fare dei nostri cuori dei limpidi altari. Un abbraccio e la mia benedizione!”.
“Poiché è tristemente vero che la “questione morale” non è ancora finita nella nostra Repubblica, sappiate che nella Chiesa etnea troverete ancora chi è disposto a fare rete per cammini virtuosi, che rendano il nostro Paese degno di quella Costituzione così armoniosa e bella che anche uomini nati in Sicilia hanno contribuito a pensare, e molti altri hanno contribuito far fruttificare con il loro sangue”.
“Saluto con rispetto e cordialità – scrive mons. Renna – voi, uomini e donne del bene comune, organizzatori della speranza, architetti della pace e della giustizia: Prefetto, Magistrati, Sindaci, Amministratori e Consiglieri, uomini e donne delle Forze dell’ordine e voi che nei Sindacati siete le sentinelle della giustizia sociale. La terra di Sicilia, come la mia Puglia, ha avuto tante ferite inferte dalla illegalità che ha seminato povertà e morte, ma è anche terra di uomini e donne tenaci e capaci di versare persino il sangue – sono loro gli autentici continuatori della santità della Martire Agata! – per la giustizia, la legalità, il futuro dell’Isola”.
“Il mio pensiero grato – sottolinea inoltre mons. Renna – va a coloro che operano nel mondo della Sanità e che stanno facendo tanto per affermare che la scienza, alleata della fede e della responsabilità, può farci uscire da questo tunnel che fa strage ancora nel nostro Paese e in quelli che non possono permettersi un vaccino, un ospedale, un’ambulanza. Coraggio e buon lavoro!”.