E’ stato accolto dal tribunale civile di Reggio Calabria il ricorso presentato dai legali di Fabio Messina, l’agente di commercio palermitano al quale agli imbarcaderi delle società private di Villa San Giovanni era stato impedito di traghettare perché non vaccinato e quindi privo di green pass. Nel pomeriggio è salito su una nave a bordo della sua auto e ha raggiunto Messina.
“Sono arrivato ora in Sicilia e sono molto contento”, ha commentato all’approdo con un traghetto Bluferries. “Sono felice che sia stato ristabilito il principio che andare e tornare in Sicilia non deve essere più complicato rispetto a recarsi da altre parti, non ci devono essere disparità”.
Secondo il giudice Elena Luppino, Messina “non ha altra scelta se non avvalersi del trasporto pubblico per fare rientro nella sua abitazione. E’ una situazione peculiare, nel senso che, a differenza di altri cittadini che vivono nella penisola e possono tranquillamente fare rientro nella loro abitazione con il mezzo proprio, anche se sprovvisti della certificazione verde rafforzata, non ha altra scelta che utilizzare il traghetto per attraversare la striscia di mare che separa la penisola dalla Sicilia. Il ricorrente, inoltre, non ha attualmente un luogo in cui poter stare non potendo nemmeno recarsi in un albergo, visto che anche per accedere ai servizi di una struttura ricettiva occorre il green pass rafforzato. Sicché il ricorrente si trova attualmente per strada e non è nelle condizioni di poter sbloccare la situazione, soprattutto in tempi brevi”.
Fabio Messina era partito dalla Sicilia l’8 gennaio scorso, “ossia – rileva ancora il giudice Luppino – quando ancora non era entrato in vigore il nuovo obbligo di green pass rafforzato che invece al suo ritorno, il 10 gennaio, era appena divenuto operativo. Anche volendo, non si sarebbe potuto adeguare alla nuova normativa in tempo per la data del 10 gennaio”. Messina era bloccato da lunedì scorso e aveva dormito in un sacco a pelo prima di essere ospitato, nelle ultime due notti, da una famiglia di Villa San Giovanni.
“È proprio il caso di dire che a Reggio Calabria c’è un giudice che ristabilisce la legalità costituzionale – afferma l’europarlamentare indipendente Francesca Donato -. Draghi e Speranza adesso rispettino i diritti fondamentali dei cittadini iniziando dal restituire la libertà di movimento ai pendolari dello Stretto e il diritto alla continuità territoriale ai siciliani. Mi sembra chiaro che il magistrato abbia ritenuto di dover tutelare un cittadino siciliano dall’illegittima restrizione alla sua libertà di circolazione, dovuta a una norma confusa e assurda che il governo Draghi deve correggere al più presto. Mi auguro che altri cittadini facciano ricorso”.
Sulla questione insiste il sindaco di Messina, Cateno De Luca: “Vogliamo la modifica della disciplina che riguarda il green pass che viola la continuità territoriale che riguarda tutte le isole. I siciliani sono sotto sequestro. L’ho chiesto con due note allo Stato. Tante famiglie non possono uscire dalla Sicilia per interventi sanitari urgenti e tante che sono uscite dalla Sicilia non possono rientrare”.
Il sindaco ha fatto alcune dirette su Facebook dal porto di Messina e su un traghetto. “Aspetterò 48 ore per una modifica della normativa- aggiunge -, se la risposta legittima che noi chiediamo non arriva domenica alle 10 saremo qui sulla banchina del porto. Manderemo di nuovo la nostra proposta allo Stato, una norma di buon senso che dia soluzioni alle problematiche che sono sfuggite a chi sta sopra le nostre teste”. De Luca ha telefonato nella diretta a un uomo che il 2 gennaio era partito da Catania per far fare un intervento urgente alla moglie a Roma il 5 gennaio e che non può tornare nella sua città per il decreto entrato in vigore il 10 gennaio.
Tra quelli che si sono mobilitati c’è anche la vicepresidente dell’Ars, Angela Foti, che ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi e al presidente della Regione Nello Musumeci sull’obbligo del super green pass sui mezzi di trasporto come aerei e navi. “La deroga per i soli motivi di salute e di studio, da e per isole minori con green pass base e non rafforzato fino al 10 febbraio – dice – è un pannicello caldo e sta mettendo a disagio decine di migliaia di siciliani sequestrati da un provvedimento ingiusto. Il governatore e il sindaco di Messina hanno già chiesto un correttivo a questa norma ma evidentemente il governo Draghi se ne infischia. Quante umiliazioni dobbiamo ancora subire prima che qualcuno si accorga di noi? A parte la senatrice Drago e l’europarlamentare Donato, le posizioni dei nostri rappresentanti eletti a Roma e Bruxelles rimangono tiepide se non impalpabili e tutto ciò è inaccettabile”.