CATANIA – Il Gup di Catania Stefano Montuori ha condannato a 17 anni e quattro mesi di reclusione per tentativo di omicidio e porto illegale di arma da fuoco Camillo Leocata, il 69enne che il 5 settembre del 2021 ha sparato un colpo di pistola ferendo gravemente il vicebrigadiere dei carabinieri Sebastiano Giovanni Grasso, di 43 anni, che, fuori dal servizio, era intervenuto per aiutare suoi colleghi a sedare una rissa nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati durante una prima comunione.
La sentenza è stata emessa e conclusione del processo celebrato col rito abbreviato. Il Gup, che ha escluso la recidiva, ha disposto il pagamento di una provvisionale alle parti civili: 805 mila euro alla vittima della sparatoria, che era in chiesa per la prima comunione del figlio e ha subito gravi danni al canale midollare a una vertebra cervicale, e 20 mila euro al ministero della Difesa-Comando generale dei carabinieri. Il Pm aveva chiesto la condanna a 20 anni di reclusione.
Il movente della rissa, l’accusa contestata dalla Procura, era da collegare all’assegnazione dei posti in chiesa per la prima comunione anche del nipote dell’arrestato, i cui genitori sono separati. Leocata ha sostenuto di essersi allontanato dalla chiesa durante la funzione per andare casa a prendere la pistola “dopo avere percepito le minacce rivolte al figlio dai parenti dell’ex moglie” e che, durante una colluttazione, ha sparato “contro una persona che non ho ben capito che stesse facendo, se colpendo o no mio figlio”. Poi l’uomo sarebbe rimasto con la pistola in mano “nonostante i carabinieri gli avessero intimato più volte di metterla giù, il tutto fino all’intervento di suo figlio che, con un gesto repentino, gliela sfila dalla mano”.