Il rincaro medio del prezzo energetico in Sicilia si aggira intorno al 45% e il 95% delle aziende ritiene che il caro-bollette avrà un forte impatto sulla propria attività, solo il 5% indica che non ci saranno effetti significativi. E’ quanto emerge dall’iniziativa ‘Misura la tua bolletta di Confcommercio Sicilia con 250’ interviste ad associati.
“I numeri che sono venuti fuori – afferma il presidente regionale Gianluca Manenti – fanno rabbrividire. Chi, fino a un anno fa, spendeva 100 euro per l’energia elettrica, adesso è costretto a sborsarne 145. Situazione più pesante, sulla scorta dei nostri riscontri, nella Sicilia occidentale rispetto a quella orientale. La forbice è di 2-3 punti percentuali. E’ una situazione paradossale quella che si è venuta a creare proprio quando, dopo due anni devastanti, sul piano economico, a causa della pandemia, si sperava di ricominciare a guadagnare qualcosa e a costruire le basi per una prospettiva futura”.
A livello nazionale nel primo trimestre 2022 si è registrato un aumento del 131% nelle bollette della luce per il cliente domestico e del 94% in quelle del gas rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo i dati riportati al Senato da l’Arera; l’impennata dei prezzi all’ingrosso dell’energia nel 2021, +500% per il gas e +400% per l’energia elettrica, si è riflessa sui prezzi dal secondo semestre dell’anno.
Situazione aggravata, aggiunge Manenti, dal fatto che “già le famiglie si stanno rendendo conto che i beni di prima necessità, come pane e verdure, risultano essere più cari, la conseguenza è una contrazione dei consumi che di fatto non ci consentirà di superare gli anni bui della pandemia. Le soluzioni all’orizzonte ci sono, ma tutte di difficile attuazione perché la politica non sembra in grado di comprendere la difficoltà del momento. Confcommercio, sul versante della fiscalità energetica, ha già chiesto, per le imprese del terziario di mercato, che l’aliquota Iva applicata per le bollette elettriche possa essere almeno ridotta dal 22% al 10% allineandola così con quella già prevista per gli altri settori produttivi e per le famiglie. Inoltre, va ridotto il peso di accise e Iva sui carburanti. Il mondo dell’autotrasporto in Sicilia è al collasso, i margini ridotti all’osso e le proteste sono dietro l’angolo”.