Il settore dell’emittenza privata locale siciliana, escluso della transizione del sistema radiotelevisivo verso la nuova tecnologia Dvbt-2, preannuncia azioni eclatanti non avendo ricevuto risposte dal Mise. “Gli editori siciliani inizieranno lo sciopero della fame davanti alla sede del ministero per protestare dopo l’ennesimo esproprio delle frequenze tv, che oscurerà molte emittenti siciliane, voci libere dell’informazione. Siamo determinati a qualunque azione di lotta fino a quando la sottosegretaria Anna Ascani, il presidente Giacomo Lasorella dell’Agcom e le forze politiche non interverranno per salvaguardare il diritto all’informazione e alla libera comunicazione”, scrive Giuseppe Bianca, editore di Video 66 di Siracusa a nome anche dei colleghi.
Lunedì scorso si è tenuto in commissione alla Camera un incontro con la presenza degli editori delle tv locali venete e siciliane, e del governatore del Veneto, Luca Zaia: “Assistiamo al totale disinteresse del presidente Nello Musumeci, interessato solo a mantenere ben salda la poltrona. Rimane poco tempo per intervenire per la discussione del decreto Milleproroghe, ci auguriamo che prevalga il buonsenso prima di gettare sul lastrico 80 editori e centinaia di operatori del settore tra giornalisti, cameraman e registi”.
L’accusa viene smentita nel giro di qualche ora dal comunicato del governatore: “La Regione siciliana – dice Musumeci – chiede al governo nazionale di rinviare di almeno un anno, nell’Isola, il passaggio alla nuova tv digitale con più avanzati standard tecnologici e una riorganizzazione delle frequenze, previsto per il prossimo primo marzo. Mi sono fatto personalmente portavoce presso il ministero dello Sviluppo economico dell’esigenza di aprire un tavolo tecnico. Il passaggio verso nuovi standard è inevitabile, ma nell’interesse di tutti è necessario, allo stesso tempo, garantire ai cittadini la possibilità di adeguarsi tecnologicamente e alle emittenti di essere in grado di continuare a operare”.
Nella proposta al governo nazionale Musumeci sottolinea come ad andare incontro a ulteriori difficoltà saranno proprio molte delle emittenti televisive siciliane che già operano “in contesti economici e sociali particolarmente delicati, continuando a rappresentare il punto di riferimento per l’informazione nello specifico territorio e garantendo stabile occupazione per centinaia di giornalisti e specialisti locali”.
Per quanto riguarda l’adozione dei nuovi standard, il presidente della Regione richiama all’opportunità di effettuare “una valutazione dell’andamento della diffusione degli apparecchi televisivi più recenti e della tempistica delle azioni introdotte per favorire questo passaggio tecnologico. Esiste il fondato timore che tale iniziativa, oltre a nuocere alla pluralità dell’informazione, potrebbe aprire la strada a una crisi occupazionale senza precedenti, in un settore peraltro altamente specializzato”.