CATANIA – Migliaia di visitatori alla scoperta di Giovanni Verga, e dei suoi luoghi, nel centenario della sua morte. E nel “cuore” della città dell’Elefante – grazie alle Giornate Fai di Primavera in collaborazione con l’Università di Catania e con Officine culturali – hanno potuto riscoprire tra sabato e domenica numerosi testi dedicati allo scrittore siciliano e anche i luoghi che lo hanno ispirato per alcune sue opere visitando il Museo dei saperi e delle Mirabilia siciliane e la Biblioteca regionale Universitaria al Palazzo centrale dell’ateneo catanese e il monastero dei Benedettini. Un viaggio tra memoria storica e letteratura che ha portato i visitatori ad ammirare – nella splendida Biblioteca Regionale inserita all’interno del percorso cinematografico dedicato al film Storia di una Capinera – una parte del patrimonio documentario del Verga, come alcuni testi tratti da “I Malavoglia”, “Mastro don Gesualdo” e “Rosso Malpelo”, disponibili in versione digitalizzata visibile sui totem allestiti nella struttura museale al piano terra del Palazzo centrale di piazza Università.
“Un autentico connubio tra letteratura, storia e scienza. Oltre ai testi di Rosso Malpelo, la novella del Verga incentrata sul giovane ragazzo che lavorava in una cava di rena rossa, abbiamo esposto alcuni esemplari di questo materiale sabbioso, in siciliano “ghiara”, che veniva estratta nei secoli passati e fino a circa la prima metà del 1900, a ridosso degli abitati etnei e di Catania» spiega la docente Germana Barone, ordinario di Georisorse minerarie e delegata al Sistema Museale d’Ateneo.
Sempre al museo, proprio a rafforzare il legame con Giovanni Verga, è stato possibile visitare il plastico dell’Etna, “a muntagna” che spesso ha rappresentato un elemento ispiratore per lo scrittore come il monte Ilice in “Storia di una Capinera”.
E tra i visitatori anche un erede dello scrittore siciliano, Carla Verga, che in un messaggio «invita tutti ad apprezzare i luoghi pieni di storia e cultura che abbiamo in compagnia di giovani studenti bravissimi e di studiosi e amatori della nostra città”.
Proprio i giovani studenti del Convitto nazionale “Mario Cutelli” hanno rivestito il ruolo di “Ciceroni” guidando i visitatori nelle diverse sale del Museo dei saperi e delle Mirabilia siciliane ricco di quel patrimonio di beni che rappresentano il frutto della secolare attività di ricerca, di didattica e di divulgazione dell’Ateneo. Un autentico assaggio di tutto ciò che è esposto nelle varie strutture museali universitarie già esistenti (Monastero dei Benedettini, Orto Botanico, Museo di Zoologia e Casa delle farfalle, Villa Zingali Tetto, Torre Biologica, Città della Scienza) come collezioni, raccolte, patrimonio storico-artistico, ma anche tradizioni della ricerca e ritratti e testimonianze di grandi personalità dell’Ateneo. E ancora ceramiche e reperti archeologici, antichi testi e documenti, come le pergamene di laurea settecentesche, scheletri e reperti anatomici, antichi microscopi e strumenti di misurazione, tavole e progetti di illustri architetti siciliani, minerali, insetti, sementi rappresentative delle biodiversità siciliane, animali impagliati, e altro ancora.
«Ancora una volta occasioni come queste confermano che le collaborazioni instaurate tra i vari enti e associazioni producono risultati importanti in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla valorizzazione e rilancio del patrimonio culturale di Catania, ma anche sui temi della tutela del patrimonio storico e ambientale del territorio etneo» ha sottolineato la prof.ssa Germana Barone.
A guidare i visitatori al Monastero dei Benedettini sono stati gli studenti degli istituti comprensivi statali “Cavour”, “Bosco” e “Parini” di Catania, della Scuola media satale “Quirino Maiorana” di Catania, dell’Istituto comprensivo statale “Padre Pio da Pietralcina” di Misterbianco, dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Enogastronomici e dell’Ospitalità Alberghiera “Karol Wojtyla” di Catania e il Liceo Artistico Statale “Emilio Greco” di Catania.
Alla riscoperta di Verga
Catania. In migliaia a visitare i luoghi del "papà del verismo"