CATANIA – “Abbiamo la percezione che la situazione possa sfuggire di mano in breve tempo rischiando di provocare presto anche serie problematiche per l’ordine pubblico. E’ un timore reale. Non vorremmo di certo soffiare sul fuoco, ma le notizie che giungono da più parti di imprese in seria difficoltà e famiglie giunte allo stremo ci fa riflettere sull’impellenza di confrontarci sul da farsi in un apposito tavolo di crisi con le istituzioni competenti”. I segretari territoriali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Catania hanno inviato una lettera al prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi per chiedere “un incontro urgente sulla delicata questione del rincaro dei costi per l’energia, per il carburante e l’indiscriminato aumento esponenziale dei prezzi al dettaglio”.
I sindacalisti affermano che “si sta per creare una spirale in cui diventerà sempre più difficile vendere e comprare, causando un impoverimento generale dove i veri poveri verranno raggiunti da una notevole sacca di nuova povertà” e chiedono “tempestive contromisure, anche tramite l’aumento dei controlli previsti dalla Legge, soprattutto contro chi con la scusa della guerra tra Russia e Ucraina sta tentando di speculare sulla pelle dei lavoratori” perché – dicono – “c’è infatti un ingiustificato, indiscriminato e incontrollato aumento dei prezzi anche su prodotti che non c’entrano nulla con il conflitto purtroppo in corsa”.
“Questo – concludono – è un vero e proprio atto criminale che va perseguito. E non bisogna dimenticare anche le difficoltà che stanno vivendo gli enti comunali, già massacrati dalla pandemia e dalla crisi economica, che a breve lamenteranno una contrazione delle entrate visto che molti utenti non potranno riuscire ad assolvere agli obblighi tributari. Con la conseguenza che a risentirne di questa condizione saranno i servizi pubblici essenziali”.
Secondo Confindustria regionale, il cui consiglio di presidenza ha incontrato l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, “le imprese siciliane non usciranno vive da questa crisi. I rincari delle materie prime, l’aumento incontrollabile dei costi dell’energia, del gas, del carburante, l’ennesima tempesta insomma, è per noi il colpo di grazia”. Le previsioni sono funeste: 20 milioni di ore di cassa integrazione. “Non ci saranno vie di uscita, non se le imprese resteranno sole e se il governo regionale non interverrà in maniera netta, convinta e drastica”.