E’ una patologia subdola a cui non viene dato il giusto peso sulla salute eppure si tratta di un pericoloso aumento della pressione del sangue all’interno dei vasi arteriosi del polmone dovuta alla distruzione, all’ispessimento parietale, al restringimento o all’ostruzione dei vasi stessi. Parte da Palermo la campagna di sensibilizzazione “La vita in un respiro”, presentata all’Ordine dei medici e realizzata con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’ipertensione arteriosa polmonare, malattia cardio-polmonare rara, poco conosciuta e sottovalutata che, se non diagnosticata per tempo, può avere conseguenze serie sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. In Sicilia si contano 250-300 casi di ipertensione arteriosa polmonare l’anno e tre centri di III livello (Policlinico di Catania, Ismett di Palermo e Papardo di Messina) prescrittori anche delle terapie infusionali per i casi più complessi, e di II livello (Umberto I di Siracusa e Cervello di Palermo). C’è anche l’ospedale di Taormina, quale presidio del Bambino Gesù di Roma.
“Trattandosi di una condizione rara, l’ipertensione arteriosa polmonare è poco conosciuta e non facile da sospettare poiché non presenta sintomi specifici e porta spesso a sottovalutare i campanelli di allarme che si presentano sotto forma di spossatezza, affanno e svenimenti con ritardi significativi nella diagnosi” – spiega Patrizio Vitulo, pneumologo dell’Ismett di Palermo . Senza le cure adeguate, l’ipertensione arteriosa polmonare può condurre allo scompenso cardiaco e, come estrema conseguenza, alla morte prematura del paziente. Diagnosi precoce e migliore andamento della malattia vanno di pari passo. Proprio per questo, è importante fare informazione e sensibilizzare in particolare le popolazioni a rischio”. Due gli obiettivi principali della campagna, dunque, sensibilizzare la popolazione sui bisogni dei pazienti e valorizzare l’importanza della diagnosi precoce, del percorso diagnostico-terapeutico appropriato, dell’accesso alle cure. Chi soffre di ipertensione arteriosa polmonare, infatti, si deve confrontare con diverse complicanze, sia nella vita privata sia a livello medico: sono necessari controlli periodici e l’assistenza di medici specialisti, oltre a terapie farmacologiche specifiche. Secondo Massimiliano Mulè (nella foto), medico della Unità Operativa Programma Infradipartimentale per le Interstiziopatie e Malattie rare del polmone, del Policlinico di Catania, “la grande sfida dell’ipertensione arteriosa polmonare sta proprio nella costruzione di percorsi di cura più organizzati e standardizzati a livello interdisciplinare, con il coinvolgimento di professionisti che intervengono nelle varie fasi di percorso, il che è evidentemente realizzabile solo attraverso una diagnosi precoce. Sono proprio i professionisti che vanno coinvolti nello scambio di esperienze e di realtà: solo così riusciremo a trovare sempre più soluzioni innovative al servizio di medici, pazienti e caregiver. Purtroppo in Sicilia manca un percorso diagnostico terapeutico assistenziale, che chiediamo da anni”.