CATANIA – Grido di allarme di Assoesercenti Sicilia dopo l’incontro che si è tenuto di pomeriggio nella prefettura di Catania con le associazioni di categoria sulla questione “caro prezzi”. “Le imprese della provincia – dice il presidente Salvo Politino -, in particolare nei settori di servizi e turismo, già pesantemente colpite dagli effetti economici derivanti dalla pandemia ora sono al collasso, a causa della crescita esponenziale e fuori controllo dei prezzi dell’energia elettrica, del gas, del metano e dei carburanti. Aumento di energia elettrica e gas, le cui percentuali di crescita vanno ben oltre il 40-60% riportato dalle fonti ufficiali e dalla stampa. Il picco registrato a gennaio 2022, che va sommato agli aumenti già subiti nel corso del 2021, è di gran lunga superiore, nella maggior parte dei casi tocca il 200%”.
Politino spiega che “centinaia di imprese si sono rivolte a noi, lamentando una situazione insostenibile: tutte le aziende, infatti, stanno vivendo momenti molto difficili da superare, forse soltanto il settore alberghiero, attualmente, sta risentendo in modo più limitato degli aumenti, perché la maggior parte delle strutture è stagionale, ma la primavera, stagione della ripartenza, ormai è alle porte. Mentre tra le strutture annuali c’è chi ha deciso di non aprire proprio”.
Secondo Assoesercenti “le misure messe in atto dal governo sono assolutamente insufficienti. È gravissimo che il Decreto Legge del 27 gennaio scorso preveda, per ridurre gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, l’annullamento della voce in bolletta relativa agli ‘oneri di sistema’ per tutte le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kw. E le imprese che operano con una potenza inferiore? E le micro e piccole imprese? Se non si vuole una desertificazione, con la scomparsa di centinaia di migliaia di imprese e particolarmente di quelle che trainano l’economia del Paese, è necessario e urgente un intervento significativo da parte del governo. Necessari sono gli interventi strutturali, come ridurre la dipendenza dalle forniture estere o riformare la configurazione della bolletta elettrica, affrontando il nodo degli oneri generali di sistema che rappresentano il 70%. E’ necessaria la riduzione dell’Iva dal 22% al 10%. Servono misure straordinarie per evitare il lockdown economico. Le imprese non vogliono e non possono morire, dopo essere sopravvissute al virus, a causa del caro bollette. La situazione è così tragica che, in alcuni casi, converrebbe non aprire affatto i locali”.
Anche gli altri partecipanti delle diverse associazioni hanno espresso grande preoccupazione per i rincari energetici e il mancato reperimento delle materie prime specialmente nelle grosse aziende che operano sul territorio. “Una delle criticità maggiormente avvertite è anche l’aumento indiscriminato dei prezzi di vendita al dettaglio con potenziali speculazioni che rischia di indebolire l’intero sistema e gli equilibri economico sociali”, dice la prefettura.
Le associazioni hanno chiesto al prefetto di farsi portavoce con il governo centrale per il ricorso alla cassa integrazione straordinaria allo scopo di evitare situazioni che possano determinare un potenziale aumento dei livelli di disoccupazione. Il Comune ha fatto presente di avere già messo in atto il passaggio a forme alternative di efficientamento energetico a favore dei plessi scolastici e delle diverse sedi istituzionali dell’amministrazione.