CATANIA – “Il fermo per 24 ore degli impianti di Acciaierie di Sicilia a causa dei rincari per la fornitura di energia e per la carenza di materia prima non può che essere un grave campanello di allarme per ciò che potrà accadere da qui a breve all’intero settore industriale anche nel nostro territorio”. A esprimere il timore che questo esponenziale aumento dei costi per l’approvvigionamento energetico possa generare pesanti ricadute sui livelli occupazionali nella zona industriale etnea è Angelo Mazzeo, segretario provinciale della federazione Ugl Metalmeccanici.
“L’informativa che ci è giunta ieri dall’azienda, la maggiore attualmente in attività nel Sud Italia per il settore siderurgico, in un certo senso ce l’aspettavamo, considerato il fatto che per produrre consuma una quota rilevante di energia elettrica e l’aumento di oltre il 100% in poco tempo delle bollette è insostenibile anche per un’impresa sana. Non dimentichiamo, infatti, che ad esempio Acciaierie non si è mai fermata praticamente neanche in piena pandemia, continuando a fornire il mercato dei suoi prodotti – fa notare Mazzeo -. Abbiamo, quindi, il timore che lo stop comunicatoci sia solo un primo passaggio di una lunga serie non certamente incoraggiante e sappiamo bene che questa situazione non dipende affatto da chi fa impresa che, al contrario, vorrebbe lavorare però è danneggiato”.
A pagare, secondo Ugl, “sono sì gli imprenditori, ma dietro ci sono centinaia di lavoratori diretti e dell’indotto che rischiano conseguenze nefaste se non si trovano subito le soluzioni indispensabili. Tra l’altro non bisogna affatto sottovalutare il reale effetto domino che una scelta del genere può provocare in altre imprese del nostro sito produttivo. Quelle più a rischio sono infatti le medie e piccole aziende che hanno subito gravemente la mazzata e potrebbero anche pensare a breve di chiudere battenti. Vogliamo rivolgere il grido di dolore di tanti lavoratori e degli imprenditori ai vertici della Regione siciliana, ai quali chiederemo un incontro urgente. C’è un estremo bisogno di immaginare nell’immediato anche una sorta di indipendenza energetica della nostra terra e, a nostro avviso, non bisogna più perdere ulteriore tempo nella realizzazione dei termoutilizzatori. E’ arrivata l’ora di tagliare la burocrazia”.