Prosegue lo scambio di accuse tra Russia e Ucraina in attesa di un terzo round di colloqui che potrebbe svolgersi entro il weekend ma di cui finora non c’è traccia. Putin, colpito dalle pesanti sanzioni decise dall’Europa e dagli Stati Uniti alza l’asticella della tensione. E minaccia dichiarando che le sanzioni alla Russia, così come l’imposizione di una no fly-zone sull’Ucraina, equivalgono a una dichiarazione di guerra. “Molto di ciò che sta accadendo ora e di ciò a cui stiamo assistendo e di ciò che accadrà – ha detto il capo del Cremlino – è senza dubbio un modo per combattere contro la Russia. A proposito dell’ipotesi, già scartata dalla Nato, di una no fly-zone sull’Ucraina, “ogni mossa in quella direzione da parte di qualsiasi Paese sarebbe da noi considerata una partecipazione al conflitto armato”. In attesa di conoscere la data dei nuovi colloqui Russa-Ucraina, arriva la notizia dell’uccisione da parte degli 007 di un membro della delegazione negoziale ucraina. Denis Kireyev, banchiere di grande esperienza, è stato accusato di tradimento. C’erano “forti prove” che divulgava informazioni alla Russia, viene spiegato da Kiev. E l’accusa a Zelensky, da parte del ministro Lavrov, di ritardare i colloqui: “Sembra che l’Ucraina inventi sempre dei motivi per aggiornare i termini”. E i russi accusano: l’offensiva russa a Mariupol “è ripresa a causa della riluttanza da parte ucraina a esercitare pressione sui nazionalisti per prolungare la tregua”.
Intanto l’annunciata tregua dei bombardamenti per consentire l’evacuazione della popolazione attraverso corridoi umanitari è fallita. Anche in questo caso è scambio di accuse tra Putin e Zelensky dove il primo assicura che la responsabilità è dei nazionalisti ucraini mentre il numero uno di Kiev chiede che i corridoi umanitari entrino oggi a Mariupol e Volnovakha, per salvare donne, bambini e anziani e dare cibo e medicine a chi è rimasto. E noi, aggiunge “stiamo facendo di tutto per far funzionare l’accordo”, assicura. E la vicepremier, Irna Vereshchuk, denuncia che la Russia ha violato l’accordo sui corridoi dopo due ore riprendendo i bombardamenti. Circa il 90% della città di Volnovakha è stata danneggiata dai bombardamenti, ha dichiarato il parlamentare locale Dmytro Lubinets al Kyiev Independent.
“I cadaveri giacciono non raccolti e le persone che si nascondono nei rifugi stanno finendo il cibo”, ha detto il deputato. A far da cornice ai bombardamenti e alla fuga degli ucraini dalla devastazione, non si ferma la guerra delle cifre con un nuovo video del presidente Zelensky che denuncia essere “quasi 10 mila i soldati russi uccisi”. “E’ terribile – racconta -, sono 18enni, ventenni, quasi bambini, soldati a cui non è stato spiegato che stavano andando a combattere”. A chiedere che la guerra si fermi, in modo esplicito, è oggi anche la Cina con il ministro degli Esteri Wang Yi che, a colloquio telefonico con Antony Blinken, richiama finalità e principi della Carta dell’Onu: proteggere la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi, e risolvere i conflitti con il dialogo.
Attorno alla Russia intanto cresce l’isolamento mediatico. La Rai da oggi sospende i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa così come l’Ansa, che ferma il flusso di notizie dalla sede di Mosca garantendo che gli aggiornamenti su quanto avviene in Russia saranno comunque forniti attraverso la sede centrale di Ansa e gli altri uffici di corrispondenza dell’Agenzia all’estero. Una decisione che segue quelle di altri media internazionali, come la Bbc, a fronte del tentativo di Putin di oscurare la narrazione sulla guerra, da parte anche dei media internazionali, con l’emanazione di una legge che prevede multe e carcere per chi diffonde ‘fake news’ sul conflitto. L’Italia intanto organizza l’accoglienza dei profughi ucraini. Sono 11.323 quelli entrati in Italia finora dall’inizio del conflitto. Le principali destinazioni risultano Roma, Milano, Bologna e Napoli, dove vengono raggiunti familiari e conoscenti già presenti in Italia.