“Il terzo round dei negoziati è finito. Ci sono piccoli sviluppi positivi nel miglioramento della logistica per i corridoi umanitari”. Ad annunciarlo su Twitter è il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak. Tutto questo mentre il conflitto non si ferma. Il ministero degli esteri ucraino denuncia che “in violazione dei precedenti accordi, la Russia ha sabotato l’apertura dei corridoi umanitari per l’evacuazione della popolazione civile. Continua a bombardare Kiev, Mariupol, Volnovakha, Sumy, Mykolaiv, Kharkiv e altre città, Paesi e villaggi”.
Lo scambio di accuse è continuo. Mosca incolpa infatti i ‘nazionalisti’ ucraini di avere bloccato i corridoi umanitari e Zelensky definisce ‘completamente immorale’ che i corridoi umanitari siano diretti ‘solo verso Russia e Bielorussia’. I sei corridoi sono “uno da Kiev a Gomel (Bielorussia), due da Mariupol a Zaporizhzhya (sud-est Ucraina) e Rostov sul Don (Russia meridionale), uno da Kharkiv a Belgorod (Russia occidentale) e due da Sumy a Belgorod e Poltava (Ucraina centrale)”. Inoltre i colloqui ripartono con Mosca che “non cede su niente” e Kiev ribadisce: “Non cederemo su Crimea e Donbass”.
Non si ferma però neanche la diplomazia mondiale con consultazioni tra i leader. Una videoconferenza dalla ‘Situation room’ è annunciata tra Biden, Macron, Scholz e Johnson. Ma in campo ci sono anche il premier israeliano Bennet e il presidente turco Erdogan. Pure la Cina, la più vicina a Mosca, si dice pronta a mediare per riportare la pace.
Orban annuncia un incontro dei premier dei Paesi del gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) domani a Londra. E l’Ungheria vieta il trasferimento delle armi in Ucraina attraverso il proprio territorio.
Dal campo le notizie continuano a rappresentare una situazione difficile e che non promette nulla di positivo. Come le immagini, diffuse dalla Cnn, di un video geolocalizzato che mostra i carri armati russi mentre prendono posizione in un’area densamente popolata appena a ovest di Kiev. La clip di 17 secondi sarebbe stata filmata da un residente in un condominio nel distretto di Irpin, luogo in cui le forze russe hanno sparato verso la capitale, tra ieri e oggi, uccidendo diversi civili. Il video mostra almeno cinque carri armati russi e i loro equipaggi a pochi metri da alti condomini.
La reazione di Mosca alle sanzioni non si è fatta attendere. Il governo russo ha approvata una lista di “Paesi ostili”, per aver applicato o per essersi uniti a sanzioni contro Mosca nella quale compare anche l’Italia. Nella black-list Usa, Paesi Ue, GB, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Svizzera oltre che l’Ucraina. Mosca ha stabilito che imprese e cittadini che abbiano debiti verso creditori stranieri nella lista nera potranno pagarli in rubli. L’effetto della decisione, secondo Bloomberg fa schizzare le probabilità di un default.
Intanto avanza la marea di profughi. L’alto rappresentante dell’Ue Borrell ha ammesso che se continuano i bombardamenti “si arriverà a 5 milioni di rifugiati”. Finora “sono arrivati nell’Ue 1,5 milioni di ucraini” in fuga. Sono 17.286 i cittadini ucraini entrati in Italia finora: 8.608 donne, 1.682 uomini e 6.996 minori. Il dato è aggiornato alle ore 8 di oggi ed indica una crescita di altri 3mila arrivi in 24 ore. Le principali destinazioni risultano essere Roma, Milano, Bologna e Napoli, dove vengono raggiunti familiari e conoscenti già presenti in Italia.
Per favorire il trasferimento dei cittadini ucraini con particolari esigenze sanitarie attualmente presenti in Polonia, Romania, Slovacchia e Moldavia, il Dipartimento della Protezione civile ha attivato la Cross-Centrale Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario, che provvederà alla ricognizione dei posti letto disponibili nelle Regioni e all’organizzazione del trasferimento dei pazienti. Sono oltre 1.300, al momento, i posti letto resi disponibili nell’ambito delle strutture sanitarie regionali tra pediatrici, neonatali, dialisi, oncologici e per ustionati.
Inoltre un ponte per portare via dall’Ucraina i bambini orfani è stato attivato da decine di associazioni polacche. In Polonia ne sono già arrivati diverse migliaia e il governo, in collaborazione con la Caritas, ha allestito un hub nel sud del paese per smistarli in tutta la Polonia. L’allarme Onu: oltre 1,7 milioni il numero di persone fuggite dall’Ucraina, più di un milione è in Polonia.