CATANIA – Ieri sera alle 22 è cominciato lo sciopero dei lavoratori della Pfizer davanti allo stabilimento di Catania. La protesta proseguirà anche oggi. I dipendenti, secondo le modalità previste dal regolamento degli scioperi, occuperanno l’ingresso della fabbrica. Non è escluso che lo sciopero possa proseguire anche nei giorni a seguire, sono previsti dei sit-in permanenti nei quali si alterneranno i lavoratori insieme alle rispettive famiglie.
I dipendenti chiedono risposte circa la mobilità annunciata dalla multinazionale statunitense per i 130 dipendenti dello stabilimento. Nei giorni precedenti non è andato a buon fine l’incontro che si è tenuto in prefettura tra l’amministratore delegato della Pfizer, le rappresentanze sindacali e l’assessore al Lavoro, Antonio Scavone. I sindacati hanno ritenuto insufficienti le risposte fornite dalla multinazionale.
A sostegno dei lavoratori sarà presente al sit-in anche il nuovo arcivescovo di Catania, Luigi Renna. “Negli ultimi mesi il nome Pfizer è stato associato alla speranza, quella di uscire dal tunnel della pandemia – dice nel suo messaggio intitolato ‘Perché Catania non diventi più povera’ -. Non vorremmo mai che d’ora in poi a Catania questo nome fosse associato alla perdita di speranza che porterebbe circa un centinaio di famiglie al licenziamento o al trasferimento, privando ancora una volta la città di opportunità lavorative. Quando si chiude un’azienda, si ha una triste ricaduta su tutto il territorio: i giovani sono costretti ancora ad emigrare, le famiglie stentano a formarsi, cresce la denatalità, si dà spazio alla precarietà, si creano le condizioni di disoccupazione che portano le persone più fragili a finire nelle trame della criminalità organizzata. Prevalga non la mano invisibile del mercato, ma l’intelligenza imprenditoriale che coniuga ‘capitale umano’ e capitale economico! Come Chiesa siamo solidali con i lavoratori della Pfizer di Catania e ci appelliamo ai responsabili dell’azienda affinché trovino soluzioni che non privino un’altra città del Sud di quella opportunità che ha permesso a tante famiglie di vivere dignitosamente e di contribuire allo sviluppo del territorio. Non rendete Catania più povera!”.