a.g.) Continua a fare la spola tra Roma e Catania, Benedetto Mancini. Il dichiarato interesse per il club rossazzurro – alla luce degli impegni anche economici, la caparra di 125 mila euro che sta consentendo ai curatori fallimentari di portare avanti l’esercizio provvisorio – con il passare dei giorni sembra non tramontare.
L’incartamento richiesto dal Tribunale è stato definito, ma all’appello mancano ancora 375 mila euro necessari per assicurare alla Fc Catania 1946 le risorse previste dal bando. Senza un capitale sociale da mezzo milione di euro, la neo società costituita da Mancini, affiliata venerdì scorso alla Federcalcio con matricola 954466, non avrebbe le carte in regola per rilevare il ramo di azienda del Calcio Catania.
L’aumento di capitale sarebbe stato deliberato a un milione di euro, ma al momento manca ancora il bonifico: secondo quanto assicurato dai consulenti di Mancini, entro il fine settimana, o al massimo nella giornata di lunedì, la cifra dovrebbe essere visibile e disponibile.
Ma c’è di più, servono poi altre risorse al momento della stipula dell’atto di acquisto del Calcio Catania. Se così non dovesse essere, l’imprenditore romano – come lo stesso Mancini ha scritto nella sua offerta irrevocabile – perderebbe anche la caparra di 125 mila euro versata. E per il Catania, in assenza di altre offerte – si aprirebbero di nuovo le porte del baratro.
Il Tribunale però, nell’ultimo avviso di vendita, ha chiaramente lanciato un invito a offrire rivolto ad altri soggetti giuridici. A oggi di ufficiale non trapela nulla, l’unico in corsa resta Mancini. Alla scadenza mancano ancora alcuni giorni e trattandosi di una procedura telematica, non è escluso che in extremis possano arrivare altre offerte. Una speranza, sin qui, e nulla più.