Ancora un’alba di paura a Kiev. Almeno due persone sono morte dopo che un edificio residenziale di 15 piani nel quartiere di Sviatochine, nella parte occidentale della capitale, è stato colpito in un attacco. L’esplosione ha fatto scoppiare tutti i vetri del palazzo e di quelli vicini. Danneggiati anche la facciata e gli uffici di una stazione centrale della metropolitana della capitale ucraina, la stazione di Lukyanivska. Come riportato da alcuni testimoni, a seguito delle deflagrazioni – probabilmente provocate da missili da crociera – numerosi allarmi di edifici e auto hanno iniziato a suonare per le strade.
Anche a Kharkiv sono state segnalate esplosioni in città. L’ennesima notte di bombardamenti apre il ventesimo giorno di guerra, nel quale i rappresentanti di Russia e Ucraina si incontreranno ancora (in videoconferenza) per cercare di trovare un accordo che metta fine al conflitto. I rappresentanti di Kiev continuano a rinnovare la richiesta di un immediato ‘cessate il fuoco’ e del ritiro delle truppe russe dal loro territorio.
La Cina – attraverso il direttore della Commissione affari esteri del Partito comunista cinese Yang Jiechi – invita ancora alla “massima moderazione” nella gestione della crisi, sottolineando l’importanza di proteggere i civili e di prevenire una crisi umanitaria su larga scala. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel frattempo, ha presentato un disegno di legge per estendere la legge marziale nel Paese per altri 30 giorni (era stata introdotta in tutto il Paese lo scorso 24 febbraio) mentre il governo ha lanciato un sito – in collaborazione con le piattaforme di criptovaluta Ftx ed Everstake – per raccogliere donazioni in bitcoin e altre valute virtuali a supporto dell’Ucraina contro l’invasione russa e incanalare le risorse alla banca centrale ucraina.
“In 19 giorni l’esercito russo ha avuto più soldati morti che nelle due sanguinose guerre in Cecenia” ha detto Zelensky in un discorso diffuso on line, prima di rivolgersi ai militari russi (parlando in russo): “Vi offro una scelta: a nome del popolo ucraino, vi diamo la possibilità di vivere. Se vi arrendete alle nostre forze militari, vi tratteremo come devono essere trattati gli esseri umani: con dignità. Il modo in cui non siete stati trattati dal vostro esercito. E il modo in cui il vostro esercito non tratta la nostra gente. Scegliete”.
“Sono grato a quei russi – ha aggiunto – che non smettono di cercare di divulgare la verità, che stanno lottando contro la disinformazione e raccontano fatti reali ai loro amici e alle loro famiglie. Personalmente sono grato a quella donna che è andata nello studio di Channel One con un cartello contro la guerra”. Lei si chiama Maria Ovsiannikova ed è una dipendente dell’emittente. E’ stata arrestata, ma è ricomparsa con un video pre-registrato nel quale attacca ancora più duramente il regime spiegando che in Russia sono stati tutti “zombificati”.