La guerra va avanti sempre più feroce mentre la diplomazia prova a trovare un filo di dialogo. La Russia minaccia un’ulteriore escalation ma arriva almeno la buona notizia dell’evacuazione della città martire di Mariupol. Mosca non sembra voler fare mezzo passo indietro: l’esercito russo non esclude di prendere il ‘controllo totale delle grandi città ucraine’, viene detto dal Cremlino specificando che non esiste un’ipotetica data per la fine di quella che Mosca chiama ‘l’operazione speciale’, ovvero la guerra in Ucraina.
Tuttavia qualche piccolo segnale arriva dai negoziati, che sono stati aggiornati a domani. Il presidente Volodymyr Zelensky ha detto che i colloqui sono ‘difficili’ ma che comunque continueranno. Una fonte ucraina ha detto di ritenere che la posizione di Mosca sia più costruttiva di quanto non fosse in precedenza. ‘Invece di darci un ultimatum o linee rosse o chiedere all’Ucraina di capitolare, ora sembrano avviare negoziati costruttivi’.
La guerra intanto va avanti sempre più violenta e i primi 400 mercenari siriani arruolati dalla Russia sono arrivati ai confini dell’Ucraina. Centri di alloggio e addestramento sono stati allestiti vicino alla frontiera nelle regioni di Rostov, in Russia, e Gomel, in Bielorussa. Secondo l’osservatorio per i diritti umani in Siria, i miliziani arruolati nel Paese da Mosca sono più di 40 mila.
E’ stato però sbloccato il corridoio umanitario per l’evacuazione dei civili da Mariupol, città nel sud dell’Ucraina assediata dai russi e decine di automobili con a bordo residenti hanno già potuto lasciare il centro abitato.
E Mosca pensa alle contromosse per le sanzioni europee. Le imprese di società straniere che si sono ritirate dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina potrebbero essere dichiarate fallite entro 3-6 mesi, con una proceduta accelerata, ha annunciato il ministro delle finanze russo, Anton Siluanov.