Oltre centomila studenti e giovani sono scesi in piazza, da Catania a Brescia, per la giornata di memoria e impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L’iniziativa punta a ribadire che la lotta contro ogni mafia deve partire da un modello di istruzione differente. “Il 21 marzo è una data che deve legare memoria e impegno. Non lasciare soli i familiari delle vittime innocenti di mafia è il primo passo per trasformare le tante battaglie di giustizia individuali in battaglie collettive per la giustizia sociale – dichiarano gli studenti di scuole e università -. La crisi pandemica ha evidenziato con forza come le diseguaglianze economiche e sociali insieme al legame mafie-politica-economia siano tra i principali strumenti attraverso i quali le mafie si radicano e rafforzano sui territori”.
Un manufatto in ceramica delle vittime della mafia a Catania, realizzato in collaborazione con il liceo artistico Emilio Greco, è stato affisso nel piazzale del carcere di piazza Lanza. L’iniziativa è stata promossa, in collaborazione con Libera e l’istituto penitenziario, che ha concluso il progetto ‘Dentro e fuori la memoria’ dell’ufficio distrettuale esecuzione penale esterna di Catania e finanziato dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità nell’ambito di attività riparative e risocializzanti. Durante il progetto si sono tenuti numerosi incontri fra familiari di vittime della mafia, come la nipote di Giuseppe Fava, e persone in esecuzione penale interna ed esterna, dei faccia a faccia che hanno visto momenti emozionanti volti a stimolare una revisione critica del passato deviante. La riforma del processo penale da ampio spazio alle misure non carcerarie improntate alla riparazione ed alla ricucitura del rapporto con la comunità ed il territorio. L’ufficio distrettuale di Catania è impegnato nella realizzazione di progetti con questa finalità ed ha in cantiere per l’anno 2022 lo svolgimento di attività comuni con Legambiente, Fai, Libera, la Rems di Caltagirone ed altre sulla sicurezza stradale su genitorialità e pena ed altre associazioni.
Alla cerimonia erano presenti il prefetto, Carmela Maria Librizzi, l’assessore comunale alla Cultura, Barbara Mirabella, il direttore dell’ufficio distrettuale esecuzione penale esterna di Catania, Antonio Gelardi, con lo staff dell’ufficio che ha seguito il progetto, la direttrice del carcere di piazza Lanza, Elisabetta Zito, rappresentanti di Libera e della scuola Emilio Greco, che hanno realizzato con le detenute di piazza Lanza il manufatto. Presenti anche numerosi studenti di licei catanesi, che hanno dato lettura di lettere in ricordo di vittime della mafia, come Beppe Montana e Ninni Cassarà. La manifestazione è proseguita poi al liceo Spedalieri con la lettura dei nomi delle vittime della mafia.