CATANIA – “Il costo delle nostre bollette per l’energia si è triplicato. Siamo arrivati a un milione al mese. Fino a ora da parte del governo centrale abbiamo riscontrato una scarsa disponibilità ad affrontare la questione”. Fabio Fatuzzo, presidente della Sidra (società partecipata del Comune di Catania che gestisce la rete idrica in città), in una conferenza stampa al municipio ha lanciato un allarme sulla sopravvivenza dell’azienda.
“Noi siamo costretti a gestire in pari e in queste condizioni – ha detto Fatuzzo durante l’incontro al quale ha partecipato anche il sindaco facente funzione Roberto Bonaccorsi – è del tutto impossibile andare avanti, a meno che non si decida per un aumento delle bollette dell’acqua, cosa che alla Sidra non vorremmo attuare. Cosa potrebbe fare lo Stato? Prima di ogni cosa decidere per una sospensione delle accise per tutto il periodo necessario e poi concedere un credito d’imposta alle aziende idriche estrattive per eccellenza”.
“Tutti gli acquedotti siciliani – ha sottolineato il presidente – sono a pieno titolo industrie estrattive, eppure non facciamo parte di questo elenco e non usufruiamo dei benefici previsti. L’acqua non la raccogliamo dagli alberi, ma dobbiamo estrarla da pozzi molto profondi. Già alcuni di questi pozzi si sono dovuti fermare e altri lo faranno a breve. Per quanto tempo ancora potremo garantire l’erogazione dell’acqua? Abbiamo i giorni contati. Bisogna fare un fronte comune per cercare soluzioni che non possono più essere rinviate”.
L’assessore regionale all’Energia, Daniela Baglieri ha detto che “Sidra è caso emblematico di un problema che riguarda tutte le imprese siciliane”. “Bisogna intervenire sulla fiscalità energetica – ha aggiunto -, con la Sardegna abbiamo chiesto al governo di introdurre tagli ai picchi energetici delle aziende. Abbiamo posto il problema in conferenza Stato-Regioni. Il governo Musumeci ha già mandato in giunta il piano energetico su riduzione consumi e aumento solare, sostituzione petrolio con gas naturale. Il problema purtroppo non riguarda solo l’acqua, ma anche rifiuti ed energia. E’ tutta la politica energetica che va ripensata. Una necessità assoluta che la guerra in corso in Ucraina evidenzia ancora di più”.