Sei persone di Palermo e Bagheria, ai quali sono stati sequestrati beni per un valore di 2,5 milioni di euro, sono indagate con l’accusa di aver messo su un’attività per ricezione, trasporto, raccolta, smaltimento, trattamento e incendio di rifiuti misti derivanti da attività di demolizione e costruzione, provenienti da diversi cantieri edili del Palermitano e affidati per lo smaltimento a due imprenditori bagheresi, gestori di due distinte aree di smaltimento illecito di rifiuti a Bagheria. Le indagini dei carabinieri, nell’ambito dell’attività denominata ‘Quattro assi’, che hanno effettuato perquisizioni e sequestri, sono coordinate dalla procura di Termini Imerese e hanno consentito di individuare la filiera del ciclo dei rifiuti prodotti a Bagheria, Casteldaccia, Altavilla Milicia, Santa Flavia, Palermo, Ventimiglia di Sicilia e anche di accertare le modalità di smaltimento, adottate in totale spregio della normativa ambientale; a volte i rifiuti venivano scaricati e compattati direttamente sul suolo della discarica, in zone rurali e in una cava di Belmonte Mezzagno (PA).
Il tutto tramite l’utilizzo di autocarri non autorizzati al trasporto e falsando i formulari identificativi dei rifiuti. Oltre ai reati di gestione illecita e combustione illecita di rifiuti, agli indagati è stato contestato l’inquinamento ambientale. Nel corso delle operazioni sono state perquisite e sequestrate due aree private a Bagheria, dell’ampiezza di circa 500 metri quadrati ciascuna, adibite allo stoccaggio e illecito smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non, riconducibili ai imprenditori bagheresi; la cava “Valle Fonda” di Belmonte Mezzagno, della superficie di circa 79 mila metri quadrati, sei autocarri. Perquisite, inoltre, le sedi delle sette ditte che gestivano i cantieri comunali nonché la cava “Valle Fonda”, con conseguente sequestro di documentazione amministrativa. I beni sequestrati, il cui valore economico si aggira sui 2.5 milioni di euro, sono stati affidati in giudiziale custodia agli aventi diritto.