Continuano i bombardamenti sulle città ucraine con la guerra che miete centinaia di vittime. Gli ultimi raid russi hanno lasciato nella sola città di Kharkiv oltre 2mila morti tra cui 100 bambini mentre un enorme flusso di profughi spinge verso le frontiere. Quasi 10mila sono già arrivati in Italia, dove la situazione, secondo la protezione civile, è comunque sotto controllo. Usa e Albania hanno chiesto di riunire lunedì un nuovo Consiglio di sicurezza all’Onu per assicurare i corridoi umanitari.
Mentre l’esercito russo avanza e si combatte, il ministero della Difesa russo ha annunciato una tregua per aprire corridoi umanitari per l’uscita di civili da Mariupol e Volnovakha, due località ucraine circondate dalle forze militari di Mosca. Nella prima, una città considerata strategica nel sud del Paese, il sindaco ha informato che l’evacuazione dei civili avverrà in diverse tranche nel corso della giornata. La seconda è una cittadina di 20mila abitanti a poca distanza da Donetsk, dove nel 2015 è avvenuto l’episodio più sanguinoso della guerra del Donbass: il bombardamento di un bus fermo a un checkpoint, nel quale morirono 12 persone. Kiev e i separatisti pro russi si accusano a vicenda di essere i responsabili della strage.
Dopo il clamore causato dall’attacco russo contro la centrale nucleare di Zaporizhizhia dove gli addetti lavorano da ieri sotto la minaccia delle armi ma nessun reattore è stato colpito- all’Onu gli Usa avvertono che ora le forze armate di Mosca si avvicinano ad un’altra centrale nucleare ucraina. Alla vigilia di un week end in cui si attende un terzo round di colloqui fra
russi ed ucraini, Mikhaylo Podoliak, consigliere del presidente Zelensky, spiega che “la posizione della Russia è dura. La posizione dell’Ucraina è dura, quindi non saranno facili ma ci saranno”, riferendosi ai negoziati. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sostiene che l’operazione russa non punta a dividere l’Ucraina ma a trasformarla in un’area “smilitarizzata e libera dall’ideologia neonazista”.
Intanto, il presidente Zelensky respinge con fermezza le voci di una sua fuga. “Ogni due giorni dicono che sono scappato dall’Ucraina, da Kiev. Ma sono qua, lo vedete, al mio posto”: il presidente Zelensky, in un video postato su Instagram, smentisce per l’ennesima volta le voci di una sua fuga in Polonia, diffuse stavolta dal presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin. Negli Usa, tuttavia, si prepara il da farsi in caso di una caduta di Kiev. Oggi il presidente ucraino dialogherà a distanza con i senatori americani di entrambi gli schieramenti.
E si stringe la morsa di Putin sui media e, di fronte al blocco dell’accesso ai social come Facebook e Twitter e ai siti di informazione, varie testate occidentali lasciano Mosca. Tra questi Bloomberg, Abc e Cbs. La Bbc ritira i suoi giornalisti dalla Russia e riapre le trasmissioni ad onde corte come ai tempi di Radio Londra. “A Starlink è stato chiesto da alcuni governi (non dall’Ucraina) di bloccare fonti di notizie russe. Non lo faremo se non sotto tiro. Mi dispiace essere un assolutista della libertà di parola”, twitta Elon Musk.