E’ entrato in Italia l’autobus della missione umanitaria “Favara for Ukraine”, voluta dalla sedicenne Carla Bartoli, che studia a Parigi in un istituto internazionale e da grande vuole intraprendere la carriera diplomatica. Il pullman si trova al momento a Ugovizza, in Friuli, dove polizia e carabinieri stanno controllando tutti i documenti dei 53 profughi ucraini che raggiungeranno la Sicilia.
La persona più anziana è una pensionata di 87 anni, Katya, che assieme alla figlia, alla nipote e al pronipote, è scappata da Ternopil. E’ stanca ma sorridente perché, dopo settimane di terrore, è tornata a intravedere speranza per se stessa e per i componenti della propria famiglia. L’87enne e la sua famiglia verranno trasferiti, dopo l’arrivo a Favara, a Riesi, dove li aspettano alcuni congiunti che vivono da tempo nel Nisseno.
“Mezza Kiev non esiste più, cosi come la metà del mio paese che si trova nella in provincia della capitale. La nostra casa è danneggiata perché è caduto un missile nel nostro giardino a due passi da noi; io e la mia famiglia siamo vivi per miracolo. Tante persone sono morte, tante sono fuggite. Noi siamo scappati 10 giorni dopo l’inizio dell’invasione. All’inizio pensavamo che il conflitto potesse aver subito fine, ma non è stato cosi”, racconta Vittoria, 33 anni, l’unica ucraina che sull’autobus parla italiano, in quanto ha vissuto 5 anni a Torino.
“Una volta arrivata in Sicilia – spiega – voglio trovare un lavoro perché siamo in sei in famiglia. Voglio e devo lavorare perché con noi non abbiamo niente, neanche una valigia. Siamo riusciti a portar via soltanto il nostro gatto e un notebook”. La donna confida nella sua conoscenza dell’italiano per riuscire a trovare lavoro, ma di una cosa è certa: “Vogliamo tornare a casa, non appena tutto questo sarà finito”.