Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per la prima volta dall’apertura della crisi, parla di una possibile trattativa con la Russia sulla Crimea e quelle che chiama le “pseudo repubbliche” separatiste del Donbass. “Possiamo discutere e trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere”, propone, ma avverte che è aperto “a un dialogo, non alla capitolazione”. Ma intanto i bombardamenti russi continuano a compromettere il successo dei corridoi umanitari creati per evacuare la popolazione civile dalle città assediate. La Russia mantiene la pressione con attacchi di missili e artiglieria, ma non avanza sul terreno. Secondo il Pentagono, in quasi due settimane di guerra sono morti tra i 2.000 e i 4.000 soldati russi.
Lontano dal campo di battaglia si è scatenata invece la guerra dell’energia: il presidente americano Joe Biden annuncia lo stop delle importazioni di greggio e russo già da oggi, e Londra lo segue, impegnandosi a ridurre a zero le sue forniture di gas e petrolio dalla Russia già entro la fine del 2022. Il vicepremier russo Aleksandr Novak avverte: “In caso di un embargo petrolifero abbiamo tutto il diritto di prendere una decisione corrispondente e imporre un embargo sul pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1”, tagliando così l’approvvigionamento dell’Europa. Gli risponde il vicecancelliere tedesco, Robert Habeck, secondo il quale “se Putin taglia la consegna di fonti energetiche, la Germania è preparata”. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, dice che l’invasione dell’Ucraina costituisce “un’opportunità, non solo significativa ma imperativa, per molti Paesi in Europa, di liberarsi dalla dipendenza dall’energia russa”, perché Mosca “usa l’energia come un’arma”.
Dopo l’annuncio dello stop alle importazioni di greggio russo il petrolio vola a New York, dove le quotazioni balzano del 7,38% a 128,11 dollari al barile. L’Ue mette a punto nuove sanzioni contro Russia e Bielorussia – che l’Italia appoggerà, come spiega il ministro degli Esteri, Luigi di Maio – che non riguarderanno però le forniture di gas e petrolio. Sulla questione dell’energia, nella sua Comunicazione RePower Eu, la Commissione Ue apre ad acquisti e stoccaggi comuni di gas e propone una diversificazione dell’approvvigionamento da fornitori non russi, l’aumento dei volumi di produzione e l’importazioni di biometano e idrogeno rinnovabile. L’obiettivo è quello di sganciare l’Ue dalla dipendenza dal gas russo “ben prima del 2030”. L’esecutivo Ue proporrà anche un nuovo quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, sulla falsariga di quello adottato per la pandemia, che garantisca un sostegno alle imprese colpite dalla crisi e a quelle grandi consumatrici di energia.
La Cina interviene per prima volta nella crisi: in una teleconferenza con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto di agire con la “massima moderazione” in Ucraina. Xi ha spiegato che la Cina “deplora profondamente” la guerra e ha posto Pechino a metà strada fra le posizioni dei due avversari, sottolineando che sostiene il rispetto della “sovranità e integrità di tutti i Paesi”, ma anche le “legittime preoccupazioni in materia di sicurezza”. Per uscire dalla crisi, ha aggiunto, devono essere appoggiati “tutti gli sforzi per una soluzione pacifica”, mentre le sanzioni adottate contro Mosca sono da evitare, perché a causa del loro “impatto negativo” risultano “dannose per tutte le parti”. Di Maio ha sentito al telefono il responsabile dell’Unhcr, Filippo Grandi, e sottolinea che “serve l’impegno di tutta la comunità internazionale per far fronte a una crisi umanitaria sempre più dilagante”. Secondo l’Unhcr, infatti, sono più di 2 milioni gli ucraini fuggiti dalla guerra in meno di due settimane. E secondo l’Unicef un milione di questi sono bambini. James Elder, portavoce dell’agenzia Onu, dice che “non avevamo mai affrontato una crisi di rifugiati di questa velocità e di questa portata”. Papa Francesco, in un tweet dedicato alla Festa della donna, scrive: “Penso alle giovani madri e ai loro bambini in fuga da guerre e carestie o in attesa nei campi per i rifugiati. Sono tanti!”.