Le stragi in Ucraina scioccano il mondo. Si aggrava il bilancio delle vittime civili di Bucha. Sarebbero 360, compresi almeno 10 bambini, scrive la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova su Telegram. Nella cittadina del nord del Paese secondo i sopravvissuti c’era il quartier generale del leader ceceno Kadyrov. Denisova aggiunge che i russi hanno sparato in faccia alle persone, bruciato i loro occhi, tagliato parti del corpo e torturato a morte adulti e bambini. “Non riesco più a piangere”, ha detto il presidente ucraino Zelensky. “I russi stanno uccidendo e torturando anche membri della stampa”, denuncia ancora la commissaria per i diritti umani ucraina, aggiungendo che ci sono nuove informazioni sulle circostanze della morte del regista lituano Mantas Kvedaravicius a Mariupol. “Fatto prigioniero dai razzisti, che poi gli hanno sparato. Gli occupanti hanno gettato il corpo del regista nella strada. La moglie, rischiando la propria vita, lo ha portato fuori dalla città bloccata e in Lituania. La vera causa della morte del regista non è stata annunciata prima che lei si fosse messa in sicurezza”.
L’inviato dell’Ansa Lorenzo Attianese ha raggiunto Makariv, dove 133 civili sono stati torturati e uccisi e ha parlato con il sindaco Vadano Tokar: “Ci sono stati cadaveri trovati con le mani legate e almeno due casi di donne stuprate e poi uccise: una di queste è stata sgozzata. Abbiamo trovato i corpi”. “In alcune case i militari russi hanno lanciato le granate nei rifugi, perché non volevano ci nascondessimo”, hanno raccontato gli abitanti di Makariv. Altri hanno riferito di “spari alle auto in strada dagli elicotteri dell’esercito russo”. “I gruppi di militari si alternavano – hanno detto – e gli stessi soldati ci dissero di scappare perché sarebbero arrivati gli udmurt e i buryat”, hanno aggiunto riferendosi all’etnia dei miliziani provenienti dalla zona in cui viene addestrata la brigata dell’estremo oriente russo che avrebbe compiuto i massacri di Bucha.
Il ministro degli Esteri Kuleba annuncia che Kiev ha creato un archivio online “per documentare i crimini di guerra della Russia”, che conterrà quindi “le prove raccolte delle atrocità commesse dall’esercito russo in Ucraina garantirà che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia”. L’archivio si apre con il suono delle sirene d’allarme e la scritta: “Al di là del male, anche durante la guerra”. Il sito contiene sezioni su vittime, torture, ostaggi e stupri. E indica i numeri della tragedia: 1.563 morti, tra cui 167 bambini, 4.820 crimini di guerra, 6.800 edifici distrutti. Cifre che Kiev documenta con testimonianze di civili ma anche di media. Ma soprattutto con foto: dall’ospedale pediatrico bombardato di Mariupol e quelle del massacro di Bucha. Il sito è aggiornato a ieri con l’attacco alla stazione di Kramatorsk.
Intanto Mosca, riporta la Bbc, ha riorganizzato il comando delle sue operazioni in Ucraina mettendo alla guida dell’invasione il generale Alexander Dvornikov, un ufficiale con una grande esperienza militare sul campo in Siria. “Quel comandante in particolare ha molta esperienza nelle operazioni russe in Siria. Quindi ci aspettiamo che il comando e il controllo complessivi migliorino”, ha commentato la fonte consultata dalla tv britannica, spiegando che la decisione è volta migliorare il coordinamento tra le varie unità, che finora sono state organizzate e comandate separatamente. Allarme per l’economia russa: l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato il giudizio sul merito di credito del debito russo in valuta estera da Cc/c a Sd/Sd, portandolo a livello di ‘default selettivo’, una tacca sopra alla ‘D’ di ‘default’ (insolvenza). Il taglio segue la decisione di Mosca dello scorso 4 aprile di effettuare in rubli i pagamenti di cedole e capitale sugli Eurobond denominati in dollari. Sul fronte diplomatico, il Papa ha inviato ancora il suo elemosiniere, il cardinale polacco Konrad Krajewski, in l’Ucraina. È la terza volta che il cardinale elemosiniere va nel Paese in guerra, passando dalla Polonia, ma questa volta la meta è Kiev. Lo scopo è non solo consegnare una seconda ambulanza, ma anche celebrare nella capitale ucraina il Triduo pasquale, restando nel Paese per tutta la Settimana Santa.