Nell’Ucraina occupata dall’esercito di Mosca infuriano i combattimenti, ed è battaglia anche corpo a corpo fra i militari ucraini e quelli russi nella città portuale di Mariupol, assediata da settimane. Gli scontri hanno soprattutto preso di mira l’impianto siderurgico di Azovstal, fra le basi operative chiave per le diverse migliaia di combattenti ucraini rimasti nella città. Il cui sindaco Vadym Boichenko accusa i russi di aver distrutto anche gli ospedali. Parla di ‘genocidio’, ma assicura che finché la sua città resisterà, allora resisterà anche l’Ucraina.
Centomila civili chiedono di essere evacuati ma mancano i corridoi umanitari, mentre la Turchia mette a disposizione navi per far uscire i civili, restando in attesa di una risposta positiva. La stima delle vittime che arriva dalle autorità locali è di circa 20 mila persone, mentre la Difesa ucraina riferisce di 13 crematori mobili utilizzati dai russi per rimuovere dalle strade i corpi dei civili uccisi. Ma “il mondo civilizzato deve ancora vedere cosa hanno fatto i russi nelle zone occupate”, aggiunge la vicepremier ucraina Olha Stefanishyna, secondo la quale “ogni giorno emergono dettagli sempre più orribili, e si sta rivelando la vera faccia dell’ esercito russo, con atrocità che avvengono in tutti territori occupati”.
Nella sua ininterrotta offensiva diplomatica, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky torna a mettere in guardia le capitali europee, e in un messaggio video al Parlamento estone avverte che servono più azioni contro la Russia, che può essere fermata ora, altrimenti c’è il rischio di perdere tutta l’Europa orientale. Oggi a Kiev per lui colloqui con i presidenti di Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia.
La Svezia intanto punta all’adesione alla Nato entro il mese di giugno, mentre la Finlandia deciderà “entro poche settimane” se candidarsi all’ ingresso nell’Alleanza Atlantica. ‘Vogliamo evitare quello che succede all’Ucraina, ci sono rischi e teniamo in considerazione le minacce russe’, fa sapere Helsinki. Non va invece per ora a Kiev il cancelliere tedesco Scholz, che definisce ‘irritante’ lo stop arrivato dalla capitale ucraina ad una visita del presidente Steinmeier, a causa delle sue passate posizioni di apertura alla Russia.
Il Cremlino definisce ‘inaccettabile’ che il presidente Usa Joe Biden accusi Vladimir Putin di genocidio. Lodato per le sue parole da Kiev, il numero uno della Casa Bianca aveva spiegato di averlo detto perché “Putin sta cercando di cancellare l’idea di essere ucraini”. Gli ucraini si dicono invece delusi dal presidente francese Macron, che non ha usato lo stesso termine, dicendosi anzi convinto che per porre fine alla guerra sia necessario evitare una ‘escalation di parole’. Sulla scena fa capolino anche la candidata del Rassemblement National alle elezioni presidenziali francesi, Marine Le Pen, che spinge per un “riavvicinamento strategico tra la Nato e la Russia non appena la guerra russo-ucraina sarà conclusa e risolta da un trattato di pace”.
Il tema dei diritti umani e dei crimini di guerra torna con prepotenza nella cronaca del conflitto, fra accuse e smentite di violenze e violazioni da parte di entrambi gli schieramenti. Un rapporto di esperti indipendenti dell’ Osce parla di chiari segni di violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze russe, mentre l’Onu riferisce di almeno 1.892 civili uccisi, e altri 2.558 feriti dall’inizio dell’invasione. Più di 4,65 milioni di rifugiati sono fuggiti dal loro paese, dice l’Unhcr. Circa il 90% di loro sono donne e bambini, visto che le autorità ucraine non consentono agli uomini in età militare di andarsene.
Il procuratore capo della Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) visita la città di Bucha, teatro di centinaia di uccisioni di civili che Kiev ha attribuito alle forze russe che l’hanno occupata per diverse settimane, e dice che “l’Ucraina è una scena del crimine”, aggiungendo che si deve dissolvere la nebbia della guerra per arrivare alla verità. Le sanzioni contro Mosca e i loro effetti arrivano oggi nello spazio, e l’Agenzia spaziale europea (Esa) interrompe la cooperazione con la Russia per quanto riguarda le missioni Luna-25, Luna-26 e Luna-27, come già accaduto per ExoMars.